NEW YORK (WSI) – Gli inganni dell’economia e gli sbagli degli economisti sono noti ma raramente sono stati descritti così bene e minuziosamente come avviene nel libro di Robert Shiller e George Akerlof “Ci prendono per fessi”. I due premi Nobel per l’Economia spiegano come l’ambiente accademico e gli studi che si concentrano sul benessere materiale, spesso tralasciano gli aspetti psicologici che entrano in tutte le transazioni umane, anche quelle economiche.
L’errore è madornale e nel loro saggio, uscito a maggio ed edito da Arnoldo Mondadori Editore, i due grandi economisti spiegano come riconoscere ed evitare le trappole del libero mercato. Da Adam Smith in poi, gli studi economici si sono concentrati sul benessere materiale procurato dal libero mercato, ma la visione si è scoperta essere incompleta e ormai obsoleta, secondo i due autori.
I mercati possono al tempo stesso aiutare e danneggiare. Le nostre debolezze psicologiche e la nostra “ignoranza”, spiegano i due Nobel, sono infatti costantemente sfruttate per creare profitto, attraverso manipolazione e raggiri. Il saggio si basa dunque sull’idea che i mercati non siano intrinsecamente benigni ma, al contrario, nascondano trappole e trucchi per ingannarci.
I due professori Shiller e Akerlof, dell’università di Yale e Berkeley rispettivamente, dimostrano come la frode e l’inganno colpiscano tutti noi, indistintamente e in ogni singolo aspetto della nostra vita quotidiana: siamo costantemente bombardati dalla pubblicità , anche se non sempre ce ne accorgiamo.
Ciò fa sì che consumiamo e spendiamo al limite delle nostre possibilità , per poi preoccuparci di come pagare le bollette a fine mese. Paghiamo troppo per l’abbonamento in palestra, per l’automobile, la casa e la carta di credito, finendo poi fare fatica a pagare per ottenere i beni di prima necessità .
“Ci prendono per fessi” non si limita ad esaminare le manipolazioni e gli inganni del libero mercato, ma offre anche gli strumenti e le conoscenze per evitare di rimanere ingannati e per tentare di riformare e regolare l’economia. Per non farsi più abbagliare dagli economisti.