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Poste-Sia: il matrimonio “anti-contante”

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NEW YORK (WSI) – Il matrimonio non e’ stato ancora deciso, ma in vista della secondo tranche di privatizzazione, le Poste italiane potrebbero convolare a nozze con Sia, società italiana leader nelle reti di pagamento in Europa. 

Quali i pro e i contro di un’operazione di fusione delle due societa’? Li ha messi nero su bianco il Corriere della Sera, che ha puntato il dito in particolare su cinque aspetti della questione. E che ha definito il matrimonio Poste-Sia “un matrimonio anti-contante”. Il quotidiano ricorda che”il gruppo Sia è quello che gestisce la piattaforma Step 2 su cui passano tutti i bonifici e pagamenti Sepa dell’area euro, banche tedesche incluse”, ma non solo. Ancora, tra i clienti della “società italiana leader nelle reti di pagamento in Europa, che gestisce tutti i bonifici dell’area euro”, c’è anche la Bce.

In generale, l’idea e’ quella che una fusione farebbe bene al titolo Poste.

“Dal debutto, il 27 ottobre, Poste ha viaggiato intorno al prezzo di collocamento (+1% al 3 giugno). Per dare agli investitori qualcosa di diverso, Sia è perfetta. Porterebbe sinergie su processi di pagamento, carte, instant payment, ecommerce. Ma il pericolo è che si valorizzi Poste e fuggano i grandi clienti di Sia: cioè le banche, appunto, che di Poste sono i rivali” si legge nell’articolo.

1- Stessi azionisti. Tra gli aspetti positivi viene inoltre citato il fatto che gli azionisti dei due gruppi sarebbero gli stessi: la Cdp (Cassa Depositi e Prestiti). Il che aprirebbe le porte ad economie di scala.

2 – Carte prepagate e shopping via cellulare. Altro punto di forza è che sia Poste che Sia crescono entrambi nei pagamenti digitali (appunto, di qui l’accordo anti-contante) “Come mostra il bilancio 2015, la società guidata da Francesco Caio ha ormai 13,5 milioni di carte prepagate PostePay, più della metà del mercato; 6,5 milioni di carte Postamat; e copre il 52% del mercato degli operatori mobili di rete con PosteMobile. Nella Sia guidata da Massimo Arrighetti le operazioni gestite con carte sono aumentate dell’11% a 3,35 miliardi di unità e quelle di pagamento del 4% a 2,8 miliardi” si legge nell’articolo.

3 – Il mercato dei pagamenti digitali comincia a decollare anche in Italia. Il modello di business che punta sempre piu’ ai pagamenti digitali trova terreno fertile nella congiuntura: l’anno scorso i nuovi pagamenti digitali con carta sono aumentati del 22% a 21 miliardi di euro, dice l’Osservatorio mobile payment del Politecnico di Milano. Gli acquisti via smartphone valgono 1,7 miliardi: +71%. Anche i Pos sono raddoppiati: 500 mila.

4- Conflitto di interessi. Non mancano tuttavia gli aspetti negativi. “Sia è una preda interessante, perché è l’infrastruttura portante delle transazioni fra banche — ha detto Alessandro Perego, direttore Osservatori digital innovation del Politecnico al Corriere. Resta un fondato dubbio sulla possibile reazione del mondo bancario, che è cliente e socio (come Intesa, Unicredit, Mediolanum, Banco Popolare, Deutsche Bank, ndr.) Sia deve rimanere un attore terzo anche se cambia casacca”.

5 – Crescita all’estero. Il gruppo Sia – ricorda il quotidiano – è quello che gestisce la piattaforma Step 2 su cui passano tutti i bonifici e pagamenti Sepa dell’area euro, banche tedesche incluse.

Ora Sia, che ha fra i clienti la Bce, la Bundesbank e persino la banca centrale della Nuova Zelanda, ha un obiettivo: crescere ancora all’estero. “Aumentare la quota è imperativo, si vedrà se con Poste ci sono le condizioni”.

Fonte: Corriere.it