NEW YORK (WSI) – Gli italiani, complice gli scandali finanziari, si fidano sempre meno degli istituti di credito per depositare i propri risparmi. Tanto piu’ che in banca i soldi non rendono più: zero interessi, zero inflazione, rendimenti sotto zero sui titoli di Stato. In poche parole, tenere aperto un conto corrente per molti significa soltanto dover sostenere costi.
Risultato? Un numero sempre maggiore di persone preferisce ritirare i propri risparmi e tenerseli stretti, tra le mura di casa.
Ad accendere un riflettore sullo stato del risparmio in Italia ed in particolare sul rapporto sempre piu’ deteriorato tra italiani e banche e’ un articolo del Giornale che cita, tra gli altri, anche i dati della Banca d’Italia secondo cui la raccolta complessiva delle banche è in calo dal 2013.
“La vetta era stata toccata nel 2012 – si legge nell’articolo – al 31 dicembre di quell’anno la raccolta ammontava a 1.761 miliardi e 610 milioni di euro. Dodici mesi dopo era scesa a 1.728,7 miliardi con un calo di quasi il 2 per cento. Altri dodici mesi e il livello era diminuito ancora: 1.707,7 miliardi di euro, con un ulteriore 1,2 per cento in meno. Al 31 dicembre 2015 la raccolta aveva proseguito la caduta scendendo sotto i 1.700 miliardi: 1.697,2” riporta l’articolo, in cui viene sottolineato che “in questi 40 mesi i risparmiatori hanno tolto quasi 90 miliardi di euro dalla disponibilità del sistema bancario, il 5 per cento”.
L’articolo continua, ricordando:
“che bisogna risalire alla prima metà del 2009 per registrare valori così bassi: al 31 dicembre 2008 la raccolta complessiva totalizzava 1.640,7 miliardi di euro. Nello scorso decennio la fiducia nelle banche era intatta, ed è rimasta tale anche negli anni successivi allo scoppio della crisi finanziaria. Tant’è vero che la raccolta ha continuato a crescere fino al picco del 2012. È a quel punto che si è avvertita l’inversione di tendenza con il dilagare di timori e preoccupazioni tra i risparmiatori. E che si è riaffacciato anche il materasso come custode tranquillizzante del denaro”.
Fonte: Il Giornale