ROMA (WSI) – Il mea culpa del Fondo monetario internazionale non basterà risollevare la situazione finanziaria della Grecia. Il Paese, infatti, è avvolto in una pericolosa spirale nella quale, nonostante l’austerità, le finanze pubbliche non sono ancora sostenibili e i conti con l’estero rimangono in deficit.
È la fotografia di un fallimento internazionale che, secondo il commentatore più prestigioso del Financial Times, Martin Wolf, apre la porta a tre possibili scenari.
- Il primo è quello di continuare con le iniezioni di denaro necessarie al governo greco per onorare i suoi impegni a scadenze regolari, com’è stato nel recente passato, per molti anni ancora. S’insisterà con obiettivi irrealistici, che non saranno raggiunti, “mentre il governo greco continuerà a lamentarsi come un adolescente perenne”, scrive Wolf.
- Una seconda possibilità sarebbe quella di riconoscere come irrealistico l’accumulo, da parte di Atene, di surplus primari di bilancio, ossia un saldo positivo fra le spese e le entrate al netto degli interessi passivi sul debito. Il surplus primario, infatti, tende a deprimere l’economia rendendo, nel caso greco, virtualmente insostenibili le stesse finanze pubbliche che si vorrebbero risanare. Allo stesso tempo Wolf propone di condizionare parte del perdono del debito a riforme fiscali e amministrative, solo dopo che queste sono state ultimate.
- La terza opzione, finora evitata tanto dai greci quanto dalle istituzioni europee, è quella di riconoscere che la permanenza nell’euro non può essere sostenibile. La ragione si può osservare nella bilancia dei pagamenti greca, che, nonostante la forte compressione dei redditi interni, continua a essere in deficit. Non solo, “i volumi delle esportazioni sono più o meno piatti”, scrive Wolf, “tutti gli aggiustamenti sono arrivati tramite la compressione delle importazioni. Se la domanda domestica si riprendesse il deficit esterno ricomincerebbe a crescere in modo sostanziale, ancora una volta”. Questo deficit perenne che la Grecia sperimenta rimanendo nell’euro (una valuta forte che incentiva le importazioni da parte dei residenti a discapito delle esportazioni) dovrebbe essere finanziato con “trasferimenti perenni o un massiccio deprezzamento in termini reali”. Siccome l’opzione dei trasferimenti “non potrebbe verificarsi abbastanza in fretta”, secondo Wolf, l’opzione Grexit riemergerà, “per quanto possa essere difficile farla funzionare”.