Due segnali di allerta sul mercato del lavoro americano forniscono nuova linfa al dibattito sulla possibile recessione, che secondo alcuni sarebbe dietro l’angolo per l’economia degli Stati Uniti. Innanzitutto l’Indice delle condizioni del mercato del lavoro elaborato dalla Federal Reserve. Il livello in cui si trova al momento (com’è possibile osservare nel grafico in basso) è in un territorio vicino a quelli delle vigilie delle ultime grosse crisi finanziarie, a inizio millennio e nel 2008. Anche nel 2003 l’indice era arrivato in territori analoghi, per poi risalire dopo dopo; si vedrà fra non molto quale direzione prederanno gli eventi.
Ciò che è più curioso notare, tuttavia, è che il numero degli annunci di lavoro presenti sul LinkedIn, il social network pensato per cercare e offrire lavoro appena rilevato da Microsoft, hanno iniziato a declinare a partire da febbraio, dopo 73 aumenti consecutivi anno su anno. Certo, LinkedIn rappresenta solo una porzione dell’offerta di lavoro, tipicamente, quella più specializzata e a caccia di paghe medio alte. Secono un’analisi di MKM Partners, società di ricerca finanziaria, “gli annunci di lavoro online su LinkedIn […] sono riflesso di dell’attività delle assunzioni nel complesso e dovrebbero essere considerati un segnale della vitalità della domanda”.In particolare il mese di maggio si è rivelato il peggiore dal gennaio 2009, in calo di 285mila annunci da aprile e di 552mila rispetto a un anno prima.
Cosa può significare questo dato? Secondo WolfStreet sembra che le imprese stiano tagliando i propri sforzi nel recruiting, perlomeno nelle categorie professionali più presenti sul social network, in risposta ai profitti in calo da inizio 2015 e a quelli delle vendite, da metà 2014.