NEW YORK (WSI) – La politica dei tassi zero della Bce ha inflitto un duro colpo alle famiglie italiane che, secondo quanto si legge in uno studio contenuto nel Bollettino economico della Bce, sono state le piu’ colpite nell’area dell’euro, in termini di perdita di reddito da interesse.
Da fine 2008 il reddito netto da interesse delle famiglie – si legge nel Rapporto – “e’ rimasto praticamente stabile in Germania e Francia, non invece in Spagna e Italia”. In Italia “il calo delle entrate da interesse e’ piu’ che doppio rispetto al calo dei pagamenti in interessi, con un impatto negativo sul bilancio complessivo”.
La ragione, spiega la Bce, e’ che le famiglie italiane hanno in portafoglio “un volume relativamente ampio di asset a interesse” mentre sono, sempre relativamente, “meno indebitate” di quelle in altri Paesi.
In Spagna, invece, i nuclei familiari hanno beneficiato dei bassi tassi, sia a causa degli alti debiti contratti che per l’alta percentuale di prestiti legati ai tassi del mercato monetario, che si muove in linea con i tassi d’interesse della Bce.
Nei mesi scorsi diversi esponenti politici tedeschi avevano manifestato apertamente le loro critiche nei confronti della politica dei tassi negativi portata avanti dalla Bce, che a loro parere rischia di indebolire i tedeschi. Quello che e’ emerge oggi e’ che, di sicuro, indebolisce le famiglie italiane, tradizionalmente portate al risparmio.
Le critiche alle decisioni della Bce sono aumentate di tono, in particolare, dopo che il Consiglio direttivo, presieduto da Mario Draghi, ha deciso a inizio marzo di tagliare a zero il tasso di riferimento dell’area dell’euro e di far scendere ulteriormente in territorio negativo il tasso sui depositi delle banche presso la Bce (a -0,40%).
Lo studio diffuso dalla Bce e’ contenuto nel Bollettino economico (in pubblicazione giovedi’) ricorda che la politica monetaria accomodante condotta dalla Bce “ha ridotto in modo consistente i costi di finanziamento per famiglie e imprese ma anche i rendimenti sui risparmi”.
I redditi da interessi delle famiglie, come quota di reddito disponibile, sono diminuiti del 3,2% nell’area dell’euro dall’autunno 2008 ma, d’altro canto, sono diminuiti anche i pagamenti in interessi, sempre per effetto della politica a tassi zero in Europa.