Più prestiti sì, ma non alle imprese. Il Centro studi di Unimpresa ha messo in luce che, a fronte di un aumento complessivo dei finanziamenti da parte delle banche al settore privato, sottostanno due dinamiche opposte: da un lato la forte crescita del credito al consumo e alle famiglie, dall’altro il freno sui finanziamenti alle imprese. Queste le elaborazioni di Unimpresa sui dati della Banca d’Italia, relativi ai 12 mesi conclusi ad aprile 2016. Rispetto a un anno fa lo stock dei prestiti al settore privato è cresciuto dello 0,34%, pari a quasi 5 miliardi di euro in più, a 1.409 miliardi. Tuttavia per le imprese, vero indicatore dello stato di salute della ripresa, le erogazioni sono scese di quasi 16 miliardi, pari al 2%, a 790 miliardi. In particolare registrano diminuzioni i prestiti a lungo e breve periodo, bilanciati solo in parte dall’aumento di quelli a medio periodo.
Il dato si ribalta se parliamo, invece, di credito al consumo, in crescita ad aprile di 22 miliardi, pari al 35%, così come crescono le erogazioni di mutui casa, un 1% corrispondente a 4 miliardi in più rispetto a un anno fa.
Nel frattempo, le banche devono fare i conti con un livello di sofferenze nette in crescita e pari, ad aprile, al 14,07% (era il 13,64% un anno fa); di questo incremento sono responsabili prevalentemente le sofferenze legate a prestiti alle famiglie, in aumento del 5,16%, anche se in termini assoluti è più consistente l’aumento delle sofferenze che si riferiscono alle imprese: 4,3 miliardi in più (+3,21%). Le “altre” sofferenze (quelle relative a Pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 4,07 a 4,1 miliardi (+2,95%) con 120 milioni in più.