NEW YORK (WSI) – Il crac azionario che negli ultimi due anni ha “raso al suolo” le due ex principali banche popolari venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, pesa sugli azionisti quasi 19 miliardi di euro, più di quello della Parmalat.
Il paragone shock arriva dalle associazioni di tutela dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. “Il doppio dissesto della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca dell’ex padre-padrone Vincenzo Consoli sarà di almeno di 18,9 miliardi di euro, a danno di 210.000 mila azionisti tra azzeramento del valore delle azioni (10 miliardi), perdite negli ultimi tre anni (per 4 miliardi), aumenti di capitale (4,9 miliardi)”.
Come e’ successo?
“Prestando denaro ai clienti per far loro comprare azioni della banca – si legge in un articolo pubblicato su Tribuna Treviso che ripercorre gli eventi degli ultimi due anni- oppure vendendo azioni anche a risparmiatori ignari delle basilari regole finanziarie . E’ così che quello che sembrava un circolo virtuoso – crescita continua, valore delle azioni in impennata tra il 2005 e il 2013 – si è dimostrato vizioso, malato, falsato. E ora, con la spinta della crisi economica che ha portato alla luce l’altro grande baco del sistema, ovvero le sofferenze – i prestiti che non rientrano – nascoste per anni sotto il tappeto dei bilanci, il castello è crollato”.