India, lascia numero uno Banca centrale. Quali effetti sui mercati?
Rajan, governatore della RBI, la banca centrale indiana ha rifiutato un secondo mandato, una notizia negativa per i mercati degli asset indiani, soprattutto per la valuta e i titoli obbligazionari, come afferma Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier Investment Managers.
“Durante la sua gestione Rajan ha attuato riforme rivoluzionarie per l’economia indiana, compresa l’adozione formale dell’inflation targeting, compiendo passi importanti per iniettare dinamismo nel settore bancario statale. Pensiamo che sia improbabile che tali riforme siano ribaltate e che continueranno invece a rappresentare solide fondamenta per il contesto di lavoro della banca centrale indiana, che negli ultimi anni è certamente diventato più trasparente e mirato.
A breve termine, è probabile che i mercati si concentrino sull’incertezza relativa alla scadenza dei depositi FCNR (Foreign Currency Non-Resident) e il percorso futuro della politica monetaria, soprattutto data la prospettiva di forti flussi in uscita se si consentirà al programma di scadere nei prossimi mesi. Molto dipenderà inoltre dalla filosofia e dal profilo del nuovo governatore per valutare se i passi compiuti dalla RBI con Rajan, che hanno rafforzato la fiducia, saranno indeboliti o no.
Il nostro approccio orientato ai fondamentali continua a ritenere l’India uno dei più solidi crediti sovrani in valuta locale tra i mercati emergenti, visti i bassi prezzi del petrolio, le riforme positive e i fattori macroeconomici in miglioramento. Nel complesso continuiamo a credere che la situazione dell’India, dalla prospettiva dei fondamentali, resti intatto, sebbene sia probabile che l’incertezza resti alta finché non sarà fatta chiarezza sul successore di Rajan e su eventuali cambiamenti di rotta nelle politiche della RBI”.
Breaking news
L’apertura di Wall Street è caratterizzata da incertezze, con il Dow Jones che scende dopo il suo record, mentre lo S&P 500 registra un nuovo massimo intraday. Le tensioni derivano dalle dichiarazioni di Trump sui nuovi dazi contro Messico, Canada e Cina. Gli investitori attendono i verbali della Federal Reserve per ulteriori indicazioni sui tassi d’interesse.
WIIT ha recentemente acquistato 5.000 azioni proprie per un valore di 99.600 euro, nell’ambito del suo programma di buyback. Dall’inizio dell’iniziativa, la società ha acquistato un totale di 30.900 azioni, pari allo 0,11% del capitale sociale. Attualmente, WIIT detiene il 6,99% del suo capitale in azioni proprie. Nonostante queste operazioni, il titolo ha registrato un calo dello 0,60% a Piazza Affari, chiudendo a 19,74 euro.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha ridotto i finanziamenti per Intel a 7,86 miliardi di dollari tramite l’U.S. CHIPS and Science Act, rispetto agli 8,5 miliardi inizialmente previsti. Questo supporto mira a potenziare la produzione di semiconduttori e progetti di packaging avanzati in diversi stati americani, sostenendo anche un significativo investimento futuro di Intel nel paese.
LightOn, società francese specializzata in intelligenza artificiale generativa, si quota su Euronext Growth Paris, segnando un primato in Europa. La società ha raccolto 11,9 milioni di euro attraverso un’IPO, con una capitalizzazione di mercato di 62 milioni di euro. I fondi raccolti saranno utilizzati per espandere le vendite e investire nell’innovazione della piattaforma Paradigm, mirando a un impatto trasformativo a livello internazionale.