ROMA(WSI) – Il referendum Brexit nel Regno Unito? Un errore commesso dal premier britannico David Cameron, che ha abusato della democrazia. La forte critica che l’economista ed ex presidente del Consiglio Mario Monti rilascia nel corso di un’intervista a La Stampa ha scatenato una serie di reazioni. Tra queste, quella di Vittorio Feltri, direttore di Libero Quotidiano. Oggi, arriva anche la dichiarazione del presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd.
Che afferma: “La democrazia si esprime in ogni Paese attraverso il voto che i cittadini danno a chi li deve rappresentare nelle istituzioni. Ci sono certamente situazioni nelle quali è giusto il pronunciamento del popolo ma io sono tra quelli che pensano che su temi così complessi non sia molto semplice per un cittadino esprimersi con un sì o con un no. C’e’ bisogno di una riflessione un po’ piu’ approfondita”.
Un segnale di come in Italia ci siano diverse voci -non solo Monti, ma anche del Pd – che guardano con sospetto allo strumento del referendum.
Monti – il cui governo non è certo nato grazie all’esercizio della democrazia in Italia, ma più che altro è stato voluto dai piani alti di Bruxelles – aveva fatto proprio un paragone con l’Italia. Sembrando rasserenato nel pensare che l’Italia non abbia avuto questa occasione.
“Non sono d’accordo con chi dice che questo referendum è una splendida forma di espressione democratica. Le dico di più. Sono contento che la nostra Costituzione, quella vigente e quella che forse verrà, non prevede la consultazione popolare per la ratifica dei Trattati internazionali”.
D’altronde, secondo il professore, l’idea del referendum non è stata lanciata da Cameron “per il bene della Ue, e nemmeno per gli interessi del Regno Unito, e aggiungerei nemmeno per quelli del Partito conservatore. È stata tutta una partita per levarsi d’impiccio il blocco euroscettico fra i Tory e rafforzare la leadership. Per questo ho parlato di abuso della democrazia“.
E il risultato è che ora il dado è tratto, a prescindere anche dall’esito del voto:
“Le conseguenze del voto, indipendentemente dall’esito, sono pesanti per l’Unione stessa. Non dobbiamo illuderci; se anche il Regno Unito votasse per restare, ormai c’è un precedente”. E “cosa succederebbe se altri Stati decidessero di intraprendere un cammino simile a quello britannico? Un qualche Paese dell’Est o altri. Che si dice loro? Siete piccoli, non potete chiedere queste cose?”.
Feltri, in un editoriale, esprime tutto il suo disaccordo verso l’ex premier:
“Noi italiani abbiamo avuto quale presidente del Consiglio il professor Mario Monti, uomo di fama internazionale, bocconiano illustre che però non è stato capace di farsi apprezzare e lo hanno invitato dopo un anno di governo a sloggiare. Ci sarà un perché. Egli ieri (l’altroieri per chi legge) ha rilasciato una intervista alla Stampa e il motivo del suo allontanamento da Palazzo Chigi è parso chiaro: l’uomo non è in grado di interpretare il sentimento della gente, la quale non capisce nulla ma intuisce quasi tutto. Per esempio è consapevole che la democrazia è un sistema che deve tenere conto della volontà dei cittadini e non di quella dei cosiddetti esperti o intellettuali o come diavolo preferite chiamarli. La frase che maggiormente rivela la mentalità elitaria di Monti è la seguente: il referendum sulla permanenza o meno dell’Inghilterra nella Ue è un abuso di democrazia. Frase che dimostra un disprezzo assoluto per le regole più elementari della democrazia stessa, che trova nel referendum l’espressione più alta, in quanto consente a chiunque di manifestare la propria idea in merito a una qualsivoglia questione”.
Feltri continua:
“La Svizzera ricorre con successo al plebiscito ogni due per tre per fissare i propri destini. E il Regno Unito, come è noto, non ha nulla da imparare da nessuno in materia democratica, essendo il Paese che la mastica da secoli, dai tempi in cui altre nazioni ignoravano cosa essa fosse. Ora invece salta su Monti e cerca di insegnare ai sudditi della regina come ci si deve comportare allorché si tratti di tracciare il futuro dentro o fuori dall’ Europa. E parla di abuso di democrazia perché essi si recheranno alle urne per suggerire al governo la linea da seguire in proposito. Il docente è convinto che sui trattati internazionali le persone comuni non siano abilitate a esternare un giudizio tramite voto. In effetti per noi italiani è così: non possiamo mettere lingua sui trattati di cui sopra. La Costituzione ce lo vieta. Ma non è una bella cosa, semmai è un limite della nostra democrazia che quella britannica, invece, non ha. Pertanto Monti confessa in questo modo di essere contrario al fatto che i suoi compatrioti abbiano facoltà di essere padroni della propria nazione e debbano necessariamente dipendere dai rappresentanti che hanno eletto”.