ROMA (WSI) – Da rottamatori a rottamati: così vede le ultime elezioni amministrative la ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia che nel corso di una lunga intervista a Repubblica fa il punto della situazione su quello che è successo.
“A Roma il Pd è stato vissuto come ininfluente rispetto alla vita delle persone. Troppo ripiegato su se stesso, non ha capito il disagio delle periferie, della gente meno tutelata e più in difficoltà, che alla fine ci ha percepito come inutili, incapaci di dare risposte ai loro bisogni. E ha scelto chi invece gli offriva questa speranza (…) A Roma i numeri sono talmente chiari e violenti che è inutile cincischiare: o il Pd si libera dalle piccole e mediocri filiere di potere che lo tengono ancora in pugno e torna per strada, ad ascoltare i cittadini, i loro problemi e necessità, oppure muore. Deve aprirsi, rinnovarsi. Nella capitale siamo stati travolti. E oggi siamo in mare aperto. Che però può essere un’opportunità”.
Da qui, dall’ammissione della disfatta che la ministra Marianna Madia pone come punto di partenza per un nuovo traguardo per il Partito democratico e lo fa chiedendo le dimissioni di Matteo Orfini, il commissario PD.
“In questo momento tutti gli schemi di gioco sono saltati. E bisogna avere l’umiltà di riconoscerlo. Se il tappo è Orfini, allora si dimetta da commissario. Non ci possiamo più permettere ostacoli al cambiamento. In città c’è una classe dirigente giovane, agisca. Ma senza aspettare che qualche capo corrente la candidi”.
In merito poi al referendum costituzionale di ottobre e alla dichiarazione del premier Renzi di lasciare in caso di sconfitta, la Madia la prende alla larga:
“È questione di serietà. Se hai un programma chiaro, che prevede la riforma della Costituzione e poi i cittadini te la bocciano, non puoi far finta di nulla”. Quindi se vince il No, lascia? “No. Perché vincerà il Sì”.
Fonte: Repubblica