Brexit, vera sconfitta è l’Ue: amputata del 17% del Pil
Per molti la vera sconfitta è l’Ue, che con l’uscita del Regno Unito ha perso il 12% della popolazione e il 17% del Pil. L’Unione Europea si trova in un terreno sconosciuto, si sveglia dopo un terremoto politico e dovrà affrontare un’altra crisi, anche di identità con molti paesi Ue che chiederanno un referendum simile a quello che è stato concesso al popolo britannico.
Per Londra il timore è di vedere capitali in fuga e caduta a picco dei valori di Borsa. La sterlina è ben impostata per crollare sui minimi di 36 anni e l’economia rischia di attraversare un periodo di incertezza che potrebbe anche durare cinque anni. A lungo termine Londra potrebbe uscirne anche rafforzata, ma sul breve l’impatto a detta di tutti sarà negativo per via dell’instabilità dei mercati e dell’addio di alcune imprese.
Breaking news
Finale perlopiù positivo per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari in progresso dello 0,47% a 35.204,26 punti. Balzo di Iveco Group (+6,2%), ben intonate anche Moncler (+2,1%) e Brunello Cucinelli (+2,6%), quest’ultima dopo i dati sui ricavi del terzo trimestre. In calo invece Saipem (-3,4%), deboli Diasorin (-0,9%) ed Eni (-0,4%). […]
La seduta di Wall Street apre in rialzo grazie alla spinta di Apple e Netflix, con il Nasdaq in crescita. Nonostante una chiusura leggermente in calo ieri, i principali indici mostrano segni positivi grazie a dati macroeconomici favorevoli. Tuttavia, il petrolio Wti segna una diminuzione del prezzo al Nymex.
Il mercato edilizio americano ha subito una contrazione a settembre 2024, con un calo dello 0,5% nei nuovi cantieri avviati e una diminuzione del 2,9% nei permessi edilizi. Le aspettative degli analisti prevedevano un calo meno marcato nei permessi.
I mercati azionari cinesi hanno chiuso in netto rialzo, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in aumento del 3,61% e lo Shanghai Composite del 2,91%. Questo avviene dopo le nuove misure di finanziamento della banca centrale cinese. Il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,6%, superando le previsioni, ma non ha influenzato negativamente le contrattazioni.