ROMA (WSI) – Occhi puntati sulle banche italiane, i cui titoli hanno sofferto pesanti cali in Borsa dopo l’esito del referendum sulla Brexit, che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Titoli come Intesa SanPaolo e Unicredit hanno ceduto oltre -20% nella sola sessione di venerdì, attaccati dalle vendite.
E mentre il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta tenta di rassicurare gli animi – “Non siamo in una situazione di emergenza: l’Italia è a favore di una soluzione europea, nessun intervento pubblico”- le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa congiunta con il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel sembrano non lasciare spazio a dubbi e confermano le indiscrezioni in merito ad un possibile intervento statale sulle banche. Come riporta Repubblica:
“Oggi il quadro normativo è molto difficile da maneggiare ma tutto ciò che servirà per dare tranquillità e fiducia sarà oggetto di attenzione del governo e delle istituzioni europee, nel rispetto delle regole”.
A confermare che allo studio dei tecnici del governo – Palazzo Chigi, Mef, Mise e i vertici della Cassa depositi e Prestiti – vi soro varie soluzioni per difendere il sistema bancario, alcune fonti vicine. Ma l’ipotesi che va per la maggiore è quella per cui l’Italia possa chiedere ai partner europei l’attivazione della deroga al divieto di aiuti di Stato prevista dall’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione nel caso si presentino “circostanze eccezionali”, come la Brexit.
L’idea potrebbe essere di creare un “corridoio” di sei mesi o più nel quale tutti i paesi europei che lo ritengano necessario possano procedere a mettere in sicurezza le proprie banche anche con soldi pubblici. Chiusa la finestra si tornerebbe alla situazione di oggi che vieta l’utilizzo di risorse pubbliche.
Ma a quel punto il problema banche dovrebbe essere risolto una volta per tutte. Dunque la situazione è ancora molto fluida anche se i tempi di decisione devono essere veloci visto l’andamento dei titoli bancari in Borsa nelle ultime due sedute.
Intanto – sempre quanto riporta il quotidiano – circola negli ambienti anche la voce di un possibile contatto dell’Italia con Margrethe Vestager, la commissaria alla Concorrenza, al fine di evitare nuovi interventi di bail-in.
A destare dubbi e interrogativi è l’entità dell’intervento statale sul settore bancario. Alessandro Profumo, azionista e presidente di Equita e in passato amministratore delegato di Unicredit e presidente di MPS, dalle pagine di Repubblica afferma:
“Parlare di interventi da 40 miliardi è assolutamente errato perché se si deve fare un intervento prima si fa e poi se ne parla, prima di dare numeri a vanvera bisogna essere documentati”.
Detto questo la stampa estera parla del problema-Italia, con il paese che viene considerato “la prima vittima della Brexit”. Il Telegraph, in un articolo firmato da Amrbose Evans-Pritchard, afferma che “l’Italia prepara un bail-out del suo sistema finanziario del valore di 40 miliardi di euro, con i titoli bancari che collassano alla borsa di Milano”. E un banchiere intervistato dal quotidiano britannico rivela:
“Questo è il momento della verità che aspettiamo da tanto tempo”.
Ieri Intesa SanPaolo ha perso -12,5%, Mps -12%, Mediobanca -10,4%, Unicredit -8%. E in generale, tali titoli hanno perso un terzo del loro valore dal referendum nel Regno Unito.