NEW YORK (WSI) – Il Pil della massima potenza economica al mondo si è espanso di un modesto +1,1% nel primo trimestre. I dati sono stati rivisti al rialzo rispetto alla prima e seconda stima (+0,5% e +0,8%) ma presi da soli rimangono comunque un risultato deludente rispetto ai trimestri dell’anno prima.
Le stime del consensus erano ferme al +1%. La variazione è stata positiva per quasi tutte le componenti principali del dato. L’economia Usa è cresciuta dunque più di quanto previsto inizialmente. Immediata la reazione del dollaro che sul mercato dei tassi di cambio si attesta ai massimi intraday nei confronti dello yen, salendo +0,35% a JPY 102,35.
Allo stesso tempo difficilmente queste cifre saranno sufficienti a far cambiare idea alla Federal Reserve, che secondo quanto prezza il mercato non dovrebbe alzare più i tassi nelle riunioni di politica monetaria dei prossimi mesi, contrariamente a quanto promesso.
L’unico lato veramente negativo del dato riguarda un aspetto importante dell’economia statunitense. Le spese al consumo personali sono espanse al ritmo più basso degli ultimi due anni. Le cifre non sono di buon auspicio per l’economia americana. Deludendo le attese, il rialzo è stato di un modesto +2% su base annuale. Le stime erano per un risultato di +2,1%.
Il contributo al Pil della componente è stato solo dell’1,02%. È il peggior risultato per i consumi Usa dal primo trimestre del 2014, due anni fa, a conferma del fatto che l’andamento delle spese, che contano per circa del 70% della prima economia al mondo, non è così positivo come vogliono far credere le autorità e anzi, come si evince bene anche nel grafico qui sotto riportato, va peggiorando.
Nonostante il fatto che la crescita del Pil sia risultata doppia rispetto ai dati preliminari diffusi dal dipartimento del Commercio, la debolezza di inizio anno comunque è lampante e basterebbe a impedire agli Usa di raggiungere nel 2016 il potenziale del +3%. Sarebbe l’undicesimo anno consecutivo.