Economia

Manifatturiero Eurozona schiva effetto Brexit

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ROMA (WSI) – Per ora l’effetto Brexit non ha avuto ancora un impatto negativo come si temeva sull’andamento del settore industriale europeo. In una giornata ricca di dati macro, l’Eurozona ha visto l’indice Pmi manifatturiero attestarsi a 52,8 punti base in giugno, per un lieve miglioramento rispetto ai 52,6 punti della stima preliminare. Il consensus era fermo a 52,6 punti base.

In tutti i principali paesi dell’Eurozona il risultato è stato positivo e superiore alle previsioni, anche in Italia. L’indice del settore, elaborato da Markit e basato su un sondaggio su direttori d’acquisto delle principali aziende per testare le opinioni sull’andamento del comparto, segna un progresso a 53,5 punti base. Il consensus degli analisti era 52,5.

In Germania l’indice Pmi manifatturiero si è invece posizionato a 54,5 punti il mese scorso, in leggero miglioramento rispetto ai 54,4 pts della stima preliminare. L’analogo indice Pmi del Regno Unito è aumentato a 52,1 punti a giugno dai 50,4 del mese precedente.

Notizie confortanti sono arrivate anche dal fronte del mercato del lavoro, con la disoccupazione dell’Eurozona che è scesa ai minimi da maggio 2011, in pratica da più di cinque anni. La percentuale dei senza lavoro è stata del 10,1% a maggio in sintonia con le previsioni del consensus.

L’unico tra i grandi paesi che non ha visto un calo del tasso di disoccupazione, bensì un risultato invariato, è la Francia. Il calo dovrebbe continuare, secondo gli analisti di Pantheon Macroeconomics, e nei prossimi sei-nove mesi scendere sotto la soglia del 10%.

Anche in Unione Europea il tasso di disoccupazione è sceso, calando a maggio all’8,6% dal precedente 8,7%, toccando così i valori minimi dal marzo del 2009.

L’esito Brexit ha avuto invece un impatto sulla qualità creditizia dell’Unione Europea, con l’agenzia Usa Standard & Poor’s che ha declassato il rating sulla regione citando proprio l’impatto dell’uscita del Regno Unito dal blocco dopo 43 anni.