ROMA (WSI) – Tra toni accesi e polemiche si è svolta al Life Hotel di via Palermo a Roma la Direzione del Pd. Al centro delle discussioni la linea politica seguita dal premier Matteo Renzi, uscito sconfitto in maniera anche molto pesante alle recenti elezioni amministrative che hanno decretato la vittoria dei Cinque Stelle, che il premier definisce “difficile da giudicare in modo organico e da capire”.
“Pronto ad ascoltare le vostre, vi offro alcune mie considerazioni. Questa è una comunità che discute. E litiga. Litigano tutti nei partiti, ma altri nel chiuso delle stanze. Loro fingono di essere una falange e appaiono come tali. Noi valorizziamo solo ciò che ci divide”.
Apre così il suo intervento Matteo Renzi che invita la minoranza del Partito democratico a lasciare la “strategia del Conte Ugolino” del logoramento interno e andare avanti con proposte alternative.
Gianni Cuperlo sfida Renzi affermando che “senza una svolta, condurrai la sinistra verso sconfitta storica”
“Al prossimo congresso io non sosterrò un capo ma un ticket composto da una candidatura solida per la guida del governo e una personalità diversa per la guida del partito (…) Hai detto (ndr: riferito a Renzi) giustamente a Beppe Grillo di uscire dal blog e lo ha fatto. Ora, con grande modestia, ti dico esci tu dal talent di un’Italia patinata e scopri la modestia e l’umiltà”.
Tante le questioni al centro del discorso di Renzi. Dopo aver condannato gli ultimi attentati a Dacca in Bangladesh dove hanno perso la vita 9 italiani, il premier si sofferma sulla Brexit e sulla necessità per l’Unione europea di “scrivere una pagina nuova, perché così com’è non va”.
Al centro del discorso anche il prossimo referendum costituzionale di ottobre. La Direzione del Pd in particolare ha espresso voto negativo sull’ordine del giorno presentato da Roberto Speranza per chiedere che il partito dia “piena cittadinanza alle ragioni del no al referendum”.
“Perché l’Italia sia forte e credibile serve stabilità istituzionale. Che non è immobilismo, ma riforme con l’anima. E conosco le vostre critiche sulla personalizzazione del referendum (…) Se vincerà il “sì”, la classe politica “sarà più in grado di guidare e cambiare il Paese. Si chiude la stagione delle riforme e si apre la stagione del futuro (…) Il referendum è un passaggio, per l’Italia. Ma anche in questo partito, non è importante il gol ma il passaggio. Da questa parte del tavolo c’è gente che sta lavorando per quel passaggio”.
Infine un accenno del premier a come cambiare il partito.
Guardate le vostre bacheche facebook: quanti di voi hanno valorizzato le nostre cose? Se volete che lasci, non avete che da chiedere un congresso e possibilmente vincerlo, in bocca al lupo. Se volete la separazione tra le cariche di premier e segretario non avete che da proporre una modifica statutaria. In ogni caso sosterrò il vincitore. Se volete che si cambi il modello organizzativo fate proposte. Ma prima decidiamo dove vogliamo andare. La strategia conte Ugolino non porta da nessuna parte. Se c’è una strategia alternativa, ben venga”.
Fonte: Repubblica