ROMA (WSI) – Allarme nella City: aumentano i casi di fondi immobiliari UK che decidono di congelare le richieste di riscatto che arrivano dagli investitori. Vietato restituire i soldi a chi, spaventato dagli effetti della Brexit, bussa alla porta dei fondi per riavere indietro i propri investimenti. Un caso, che riporta alla mente quanto accadde, agli albori della devastante crisi subprime in Usa, alla banca Bear Stearns, sparita come colosso di brokeraggio indipendente dal panorama di Wall Street, dopo il suo fallimento e la vendita a JP Morgan Chase.
La grave crisi di liquidità che decretò la fine di Bear Stearns esplose nell’estate del 2007, quando due fondi legati al mercato immobiliare vennero liquidati, certificando la realtà di una bolla immobiliare che avrebbe, con la sua esplosione, messo al tappeto l’intero sistema finanziario ed economico degli Stati Uniti.
Il parallelo con i fondi immobiliari del Regno Unito è giustificato dal fatto che anche Bear Stearns impedì agli investitori di riavere i risparmi che avevano canalizzato in quei fondi maledetti. Esattamente la stessa cosa che stanno facendo ora Standard Life, Aviva Investors e M&G.
Ha iniziato Standard Life, costretta a impedire ai suoi investitori retail di smobilizzare le posizioni detenute nel suo fondo immobiliare – tra i più grandi dell’intero Regno Unito – per almeno 28 giorni. Motivo: le richieste dei riscatti successive alla vittoria del fronte “Leave” nel referendum Brexit hanno scatenato una rapida fuga di capitali, mettendo in grave pericolo la liquidità del fondo. La corsa ai riscatti è stata alimentata dalla paura che serpeggia in UK su un imminente e forte calo dei prezzi delle case. (Tra l’altro, si parlava di bolla immobiliare nel paese già prima del voto dello scorso 23 giugno).
Ma proprio la paura, come ha nelle ultime ore avvertito un analista al Financial Times, rischia ora “di creare un circolo vizioso, portando altri investitori a zavorrare gli asset legati all’immobiliare”. D’altronde, molti sono stati i piccoli investitori che hanno puntato negli ultimi anni sui fondi immobiliari, in quella caccia ai rendimenti che è stata scatenata dal ben noto contesto di tassi allo zero se non negativi, creato ad hoc dalle banche centrali.
Nel caso di Standard Life, il divieto di prelevare soldi dal fondo immobiliare – valutato 2,9 miliardi di sterline – sarà rivisto ogni 28 giorni e la sospensione, stando alla società di gestione degli asset, finirà “al più presto, nel momento in cui sarà praticabile”.
Standard Life ha affermato che la decisione è stata presa per evitare la vendita di asset, che sarebbe necessaria per raccogliere la liquidità di cui avrebbe bisogno al fine di soddisfare le richieste di riscatti.
Il problema, che fa gridare all’effetto domino, è che dopo Standard Life è stato il turno di Aviva Investors, che ha sospeso il proprio fondo UK Property Trust del valore di 1,8 miliardi di sterline, e con effetto immediato.
Così un portavoce di Aviva a Reuters:
“Le circostanze straordinarie dei mercati, che stanno avendo un impatto sull’industria in generale, si sono tradotte in una mancanza di liquidità immediata in Aviva Investors Property Trust. Di conseguenza, abbiamo agito per salvaguardare gli interessi di tutti i nostri investitori”.
Come per i controlli di capitale imposti dalle banche per arginare il fenomeno della corsa agli sportelli, tali fondi UK hanno dunque deciso di congelare la corsa ai riscatti degli investitori, per garantire la propria sopravvivenza. Se dovessero infatti soddisfare ogni richiesta di riscatto, i fondi, già in crisi di liquidità, dovrebbero raccogliere nuove risorse. A tal fine, sarebbero costretti a vendere – o svendere- i propri asset che sono soprattutto asset immobiliari.
Basti pensare che Aviva Property Trust detiene beni immobiliari – in particolare del segmento commerciale – in tutto il Regno Unito. Un terzo dei suoi asset si trova a Londra e nel Sud est; Aviva è anche proprietaria di centri di shopping a Edimburgo, Manchester e Exeter e di uffici a Birmingham.
Già la notizia di Aviva Investors aveva scosso profondamente i mercati, confermando come la decisione di Standard Life non fosse un caso isolato. Nelle ultime ore gli annunci si sono intensificati. Non solo Standard Life e Aviva Investors, ma anche M&G e i fondi immobiliari di Columbia Threadneedle e Henderson Global Investors.
Già in mattinata gli investitori avevano temuto di avere una sorta di prova del nove del rischio di una crisi subprime bis con l’annuncio di M&G, terzo colosso che ha deciso di non soddisfare le richieste degli investitori del suo property fund. E questo perchè, come ammette la stessa società:
“I riscatti degli investitori nel fondo sono saliti in modo notevole, a causa degli elevati livelli di incertezza presenti nel segmento commerciale del mercato immobiliare in UK dopo l’esito del referendum sull’ Unione europea.
La crisi dei fondi immobiliari UK ovviamente sta mettendo sotto pressione tutti i titoli di società che in qualche modo sono legate al mercato immobiliare.
Così spiega a Reuters Laith Khalaf, analista di Hargreaves Lansdown:
“Non immagineresti dai risultati di Persimmon (gruppo immobiliare che ha riportato un aumento dei ricavi del 12% nell’ultima trimestrale) che la società possa aver perso circa un terzo del suo valore nelle ultime due settimane. Questo perchè il mercato sta guardando ai prossimi sei mesi e oltre, e il voto sulla Brexit sta gettando un’ombra lunga sul settore costruzioni britannico. Fino a quando non avremo una fotografia dell’attività immobiliare dopo il risultato del referendum il mercato azionario probabilmente punterà sulle vendite”.
Nel pomeriggio, sono arrivati altri annunci choc per gli investitori, che hanno portato a cinque i fondi immobiliari che hanno praticamente sequestrato i risparmi dei loro clienti.
Columbia Threadneedle ha reso noto che gli investitori non potranno né acquistare né vendere le azioni che detengono nei suoi fondi Threadneedle UK Property Authorised Investment Fund e Threadneedle UK Property Authorised Trust. Anche in questo caso, la motivazione è stata “l’incertezza dei mercati successiva ai risultati del referendum Brexit. Poco prima la stessa decisione era stata comunicata da Henderson Global Investors, che ha sospeso ogni tipo di attività di trading del suo fondo immobiliare UK, del valore di ben 3,9 miliardi di sterline.