MILANO (WSI) – Le Borse europee tentano di avanzare per la quinta seduta di fila, ma i rialzisti farebbero bene a non farsi troppe illusioni. L’aiuto fornito dai nuovi interventi di allentamento monetario in arrivo – domani sarà la volta della Banca d’Inghilterra – è effimero e le aspettative per una politica favorevole all’azionario della Fed quest’anno dipingono un quadro distorto dell’economia americana. In Italia Piazza Affari non riesce a tenere il passo di Asia e Wall Street.
Le banche italiane, oggi contrastate, sono state aiutate nelle ultimissime sedute dalle speranze sull’arrivo di misure di smaltimento dei crediti deteriorati e di rafforzamento di capitale, mentre il settore automobilistico è stato favorito di recente da trimestrali positive. MPS è favorita dalle indiscrezioni sulla volontà di JP Morgan di cartolarizzare 10 miliardi di sofferenze in pancia alla banca in crisi. Volatile Unicredit, che è in calo del 59% da inizio anno.
In Asia aiutano le prospettive di stimolo fiscale e monetario in Giappone e la svalutazione dello yuan per sostenere l’economia cinese dopo il referendum sulla Brexit. L’uscita del Regno Unito dall’Ue potrebbe avere un impatto negativo su UK e Ue ma per il mercato non sarà così per il resto del mondo. Sugli altri mercati petrolio in calo, yen in recupero. Forte anche la sterlina nel giorno dell’insediamento di Theresa May.
In Usa, dove gli indici di Borsa hanno toccato nuovi record, a influire positivamente sono due fattori su tutti: il rapporto occupazionale governativo di giugno e l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton che viene data in vantaggio nei sondaggi sul rivale Repubblicano Donald Trump, candidato con idee protezioniste, considerato una vera mina vagante dagli operatori di mercato. Intanto prende il via la stagione delle trimestrali.
Sui mercati azionari sale insomma l’appetito per il rischio ma gli analisti iniziano a interrogarsi sulle possibilità che il rally duri. Guardando alle serie storiche sembrerebbe di si. Nei 17 casi in cui la Borsa americana ha raggiunto i massimi assoluti, la crescita è continuata sul lungo termine con i prezzi di mercato che si sono trovati su livelli più alti un anno dopo. Allo stesso tempo come ha indicato Jeff Gundlach di DoubleLine Capital, siamo nel bel mezzo di una “psicosi di massa” e se i titoli azionari dovessero invertire rotta le “grandi mani” che operano sui mercati sono pronte a ottenere grossi guadagni.
Malgrado la solidità economica statunitense mostrata dagli ultimi dati macro, gli investitori non prevedono che la Federal Reserve alzi i tassi quest’anno. Il ragionamento non regge, secondo l’analista sul valutario di Deutsche Bank Alan Ruskin. Lo strategist ritiene che ci sia qualcosa che non va. “O è l’appetito per il rischio che è mal riposto – scrive in una nota ai clienti – oppure lo sono le attese sui tassi della Fed”. In altre parole le aspettative per una politica accomodante della banca centrale Usa con tassi molto bassi dipingono un quadro diverso dell’economia di quello che invece fa pensare la corsa dei titoli azionari.