NEW YORK (WSI) – Sui mercati azionari, in progresso da quattro sedute di fila, è senza dubbio cresciuto l’appetito per il rischio, ma gli analisti iniziano a interrogarsi sulle possibilità che il rally duri. Guardando alle serie storiche sembrerebbe di si. Nei 17 casi in cui la Borsa americana ha raggiunto i massimi assoluti, la crescita è continuata sul lungo termine con i prezzi di mercato che si sono trovati su livelli più alti un anno dopo.
Allo stesso tempo come ha indicato Jeff Gundlach di DoubleLine Capital, siamo nel bel mezzo di una “psicosi di massa” e se i titoli azionari dovessero invertire rotta le “grandi mani” e gli speculatori che operano sui mercati sono pronte a ottenere grossi guadagni “sul lato short“.
Gundlach, che ha in gestione più di $100 miliardi presso la sua società di gestione con sede a Los Angeles, ha confidato di scommettere contro i fondi comuni legati allo Standard & Poor’s 500 e che continua a preferire i bond dei mercati emergenti piuttosto che il debito spazattura ad alto rendimento (high-yield). Gundlach, che a Wall Street viene soprannominato il “Re dei Bond” ha detto in un’intervista concessa a Reuters e trasmessa in Rete che “l’S&P potrebbe scendere dopo aver raggiunto il picco, che è poi quello che è successo anche ai Treasuries Usa”.
È dello stesso avviso anche l’analista sul valutario per quanto riguarda i paesi del Gruppo del G10 di Deutsche Bank, secondo cui se l’economia americana è così solida come i prezzi di mercato stanno a indicare, allora la banca centrale non starà a guardare fino al 2017 bensì adotterà una o più strette monetarie entro fine anno, come del resto aveva promesso mesi fa.
Deutsche Bank: “Qualcosa non va”
Malgrado gli ultimi dati macro abbiano in effetti dato prova della solidità della ripresa e del miglioramento del mercato del lavoro, gli investitori non prevedono che la Federal Reserve alzi i tassi quest’anno. Il ragionamento non regge, secondo l’analista sul valutario di Deutsche Bank Alan Ruskin. Lo strategist ritiene che ci sia qualcosa che non va.
“O è l’appetito per il rischio che è mal riposto – scrive in una nota ai clienti – oppure lo sono le attese sui tassi della Fed”. In altre parole le aspettative per una politica accomodante della banca centrale Usa con tassi molto bassi dipingono un quadro diverso dell’economia di quello che invece fa pensare la corsa dei titoli azionari.
Ieri il Dow Jones e l’S&P 500 hanno chiuso la seduta sui massimi di sempre, mentre l’indice composito del Nasdaq ha superato la soglia della parità nel 2016. Sono solo gli ultimi traguardi raggiunti dalla Borsa americana durante il rally di mercato, che ha spinto il paniere allargato statunitense a 2.152,14 punti.
Gundlach ha avvertito già la settimana scorsa la comunità di investitori che il rendimento decennale dei Treasuries a questi valori (1,38-1,39%) è un “pessimo investimento”, arrivando a dire che si tratta della “peggiore mossa che si possa fare nella storia dei Treasuries decennali”.
Il rendimenti dei titoli Usa decennali si è attestato all’1,51% ieri. Secondo Gundlach il rendimento dovrebbe rimanere intorno al livello di 1,7% nel breve termine. Per il ricco gestore, però, l’oro rimane sempre l’alternativa migliore.
Fonte: Reuters