PARIGI (WSI) – La ferita provocata dal tragico attentato di Nizza, che ha fatto 84 morti nel giorno della Festa della Repubblica, è ancora fresca ma è bene provare subito ad analizzarne le cause e le conseguenze. Nei due attentati precedenti tutti gli assalitori erano personalità note ai servizi segreti, ma le sei agenzie di intelligence non sono riuscite a coordinarsi.
Il problema della difficoltà di collaborazione tra le autorità può essere esteso a livello europeo. La Germania sta spingendo per la creazione di un esercito comune in Europa, ma prima bisognerebbe pensare a un piano di collaborazione e di scambio di informazioni tra le varie agenzie anti terrorismo del continente. È una misura più urgente.
Il governo Hollande è accusato dalle associazioni delle vittime dei precedenti attacchi terroristici del 2015 di negligenza nel frangente della prevenzione degli atti di terrorismo. Le autorità dell’Eliseo sono ree di non aver riconosciuto l’esistenza di evidenti carenze nei servizi di intelligence, tutte falle messe in luce da una Commissione di inchiesta parlamentare.
Il gruppo parlamentare ha analizzato per cinque mesi gli errori commessi dall’intelligence per scoprire se gli attacchi alla sede di Charlie Hebdo a gennaio del 2015 e quelli di novembre di Parigi che in totale hanno fatto 147 morti potevano essere evitati. La Commissione ha consigliato al governo di creare una singola agenzia anti terrorismo in stile Usa.
Secondo le vittime degli attentati di Parigi la colpa è insomma anche dei servizi di intelligence ed è “stupefacente” e “indecente” che il governo non faccia nulla per rimediare. Nonostante i risultati dell’inchiesta approfondita siano chiari e abbiano mostrato diversi errori commessi e la negligenza mostrata dai servizi segreti francesi, l’esecutivo non ha ancora fatto nulla per intervenire e colmare le falle dell’intelligence.
Successo annunciato per radicali e populisti
Prima del terzo attentato in 18 mesi in Francia, prima che la città della Costa Azzurra venisse colpita da un pazzo alla guida di un camion che ha investito la folla intenta a guardare i fuochi d’artificio lungo la Promenade des Anglais, è stata Parigi a essere il bersaglio degli attentatori, per ben due volte. Il capo dei servizi segreti francese nei giorni scorsi aveva candidamente ammesso che siamo nel bel mezzo di una guerra civile.
L’analista Usa di terrorismo internazionale Rita Katz ha scritto sul sito del suo SITE Institute che “tutta la Francia è sotto la minaccia del terrorismo islamista. Per cui dobbiamo dimostrare una vigilanza assoluta e una determinazione senza falle”. Katz di terrorismo jihadista ne sa qualcosa: è la capa della più importante società al mondo che verifica i video dell’ISIS.
Il capo dei servizi di intelligence inglese ha praticamente dato per scontata l’ascesa della destra estrema nelle prossime elezioni europee – tra un anno si terrà il voto presidenziale in Francia e quello politico in Germania – sottolineando come la classe media si sia radicalizzata nei giudizi e nei comportamenti. Una delle cause è anche la politica delle “porte aperte” di Angela Merkel.
Non è un segreto che la crisi dei rifugiati – in gran parte provenienti da situazioni belliche come in Siria – e la gestione controversa dei flussi migratori hanno alimentato un certo sentimento di paura e avversione nei confronti dello straniero. Prima il timore era quello di perdere il posto di lavoro ora è quello di perdere la vita.