Roma, metro C ha provocato un danno erariale da 253 milioni
Il progetto della Metro C di Roma è costata alle casse statali 253 milioni di euro. Dalla conclusione delle indagini della Guardia di Finanze è stata accertata una “consistente lievitazione costi“. Su disposizione della Procura regionale della Corte dei Conti per il Lazio sono stati segnalati 32 funzionari pubblici, tra cui anche i sindaci pro tempore, i vertici ed i tecnici di Roma Metropolitane e della Struttura tecnica di missione del MIT che, nel tempo, si sono susseguiti.
I funzionari avrebbero, secondo i finanzieri, gestito a vario titolo l’appalto per la realizzazione della linea “C” della metropolitana di Roma. Il danno erariale è stato calcolato come somme indebitamente riconosciute da “Roma Metropolitane” al general contractor “Metro C”. Le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle del II Gruppo Roma a partire dal 2014 erano finalizzate ad acquisire atti ed informazioni relativamente al procedimento arbitrale attivato il 2 ottobre 2007 (meglio noto come “Lodo parziale”) dalla società “Metro C”, contraente generale per la progettazione, direzione dei lavori, esecuzione e forniture della linea “C” della metropolitana da realizzare nella capitale.
L’appalto per la realizzazione della linea C era stato aggiudicato dalla “Roma Metropolitane” al contraente generale “Metro C” per un importo a base d’asta pari a oltre 2,5 miliardi di euro, ed è stato perfezionato in seguito alla sottoscrizione del contratto di affidamento al contraente generale il 12 ottobre 2006. Per circa due anni i finanzieri hanno acquisito e sequestrato, in diverse tranches, una consistente mole di documentazione, sia presso il general contractor “Metro C” che presso “Roma Metropolitane” (stazione appaltante del Comune di Roma), Roma Capitale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il CIPE.
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