NEW YORK (WSI) – A sorpresa le banche italiane usciranno nel complesso “indenni” dagli stress test delle autorità europee. Stando alle prime informazioni trapelate in anticipo sui risultati ufficiali del 29 luglio, delle cinque più rilevanti solo MPS, come peraltro previsto da mercati e analisti, sarà bocciata agli esami dell’Eba e della Vigilanza della Bce sulle 53 banche sistematicamente più importanti d’Europa.
Se da un lato la banca senese in serie difficoltà patrimoniali brucerebbe gran parte del Cet1 attuale nelle simulazioni di scenario avverso previste, dall’altro per Intesa Sanpaolo e Unicredit i risultati sarebbe convincenti. La prima per esempio ha raggiunto uno degli esiti più positivi di tutti i test, mentre per Unicredit il risultato sarebbe comunque nella parte medio-alta della classifica.
Banco Popolare e Ubi Banca terrebbero bene anche loro, con una resistenza ai test nella parta alta della classifica. Le indiscrezioni si basano sui dati preliminari già riferiti dalle autorità in privato ai vertici delle banche in una serie di incontri vis-a-vis. Il Single Supervisory Mechanism della Bce che ha condotto gli stress test si è riunito giovedì e venerdì scorsi.
Intesa passerĂ stress test a pieni voti
L’unico livello di paragone per fare un confronto tra i vari risultati delle banche europee può essere il 5,5% di Cet1 stabilito negli stress test del 2014. Fatta eccezione per Mps, le altre grandi banche italiane sopra citata passerebbero l’esame, con Intesa Sanpaolo che realizzerebbe livelli quasi doppi al minimo.
Mentre il capo del Tesoro Pier Carlo Padoan ha voluto rassicurare sul fatto che “non esiste un problema delle banche in Italia”, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha sottolineato che la questione delle sofferenze, seppure critica, è sopravvalutata nella sua gravità dai mercati.
Il conto alla rovescia per sapere la verità sullo stato di salute delle banche è iniziato. La Bce annuncerà i risultati ufficiali degli stress test tra pochi giorni. Essi avranno un impatto meno grande del solito sui mercati, in quanto sono più un giudizio generale sulla solidità patrimoniale delle banche, che non porteranno però all’imposizione di aumenti di capitale. Detto questo, avranno un effetto negativo su quegli istituti come Mps che mostreranno una carenza di cuscinetti di capitale.
A preoccupare è anche lo stato di salute del settore in Germania e in Austria. Deutsche Bank ha un’esposizione allarmante al mercato dei derivati e il Fondo Monetario Internazionale l’ha individuata come il rischio sistemico numero uno in Europa. Molte casse regionali tedesche, alcune a capitale pubblico, non hanno i conti in ordine. In Austria gruppi come Erste Bank e Raiffesenbank pagano, così come Unicredit, gli affari non soddisfacenti nell’Est Europa.