Economia

Ecco chi riceve gli stipendi d’oro alla Rai

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ROMA (WSI) – La Rai è un palazzo di cristallo dove regna la trasparenza, almeno a partire da ieri quando sono stati pubblicati on line gli stipendi di tutti i dipendenti di viale Mazzini sopra i 200mila euro. Un obbligo imposto dalla legge e non certo per volontà di mamma Rai.

Nel 2015 la commissione di vigilanza della Rai aveva approvato un parere con cui chiedeva a viale Mazzini di mettere nello statuto un massimale ma i vertici dell’azienda hanno emesso bond con i quali hanno aggirato l’ostacolo, gestendo l’azienda con nel regole del pubblico.  A lavorare in Rai e guadagnare più di 200 mila euro o ha una collaborazione superiore agli 80 mila sono 94 persone , ovvero lo 0,7% dei 13 mila dipendenti dell’ azienda, e fra questi c’ è una buona parte dello staff del direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, grande amico di Renzi. Proprio la maggior parte dei collaboratori di Campo Dall’ Orto, nonostante i proclami iniziali, sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato.

Ma vediamo da vicino chi sono questi paperoni. Nella lista figurano i nomi dei giornalisti Antonio Di Bella, direttore di Rai News (308mila euro), Giovanna Botteri, corrispondente dagli Stati Uniti (200 mila euro), Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha Visto (207 mila euro), Antonio Preziosi, corrispondente dal Belgio (245 mila euro), Stefano Ziantoni, corrispondente per i servizi giornalistici radiofonici e televisivi dalla Francia (201 mila euro), Pietro Marrazzo corrispondente dal Medio Oriente (244 mila euro). I collaboratori Rai che hanno ottenuto per il 2016 un compenso che supera gli 80 mila euro sono sette: Francesco Merlo, 65 anni, giornalista, che ha ottenuto un assegno di 240 mila euro per una consulenza sulla “strategia offerta informativa Rai e di supporto del direttore editoriale”, Massimo Coppola per una consulenza editoriale per la direzione generale si mette in tasca 192 mila euro, Alfonso D’ Alfonso (162 mila), Alessia Fattori (90.266) Guido Natale Nori (84.996), Vincenzino Sorrentino (83.138), Roberto Brescia (81.120).

A questi si aggiungono anche quelli parcheggiati, ossia dirigenti con qualifica ma privi di mansione da anni come Lorenza Lei, ex dg, Alfredo Meocci, Sandro Testi, dal 2014 alle dirette dipendenze del direttore generale, con uno stipendio di 231 mila euro, o Fabrizio Maffei, volto storico dello sport, oggi direttore alle dirette dipendenze del direttore Risorse Umane e Organizzazione. Cifre che accendono le polemiche visto che sono state rese note proprio nel momento in cui agli italiani è chiesto di sborsare nella bolletta della luce di luglio la prima tranche del canone Tv, 70 euro. E cifre che allontanano il premier dal suo amico Campo Dall’Orto. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, come riporta il Corriere della Sera, Renzi si sarebbe confidato coi suoi:

“Io avevo auspicato una rifondazione del servizio pubblico, però questi non la stanno ancora facendo”.

Che sia finito l’idillio tra Dall’Orto e Renzi?