NEW YORK (WSI) – Il calo atteso dell’aspettativa di vita rischia di frenare lo slittamento in avanti di cinque mesi previsto nel 2019. Lo certifica la Ragioneria Generale dello Stato nel XVII Rapporto sulle tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e sanitario aggiornato questo mese.
Il documento prende in considerazione i recenti dati che attestano, per la prima volta nella storia d’Italia, un calo dell’aspettativa di vita, dovuto soprattutto alla riduzione della prevenzione sanitaria a seguito del perdurare di uno stato di crisi economica.
Gli ultimi dati dell’ISTAT mostrano infatti che che nel 2015 l‘aspettativa di vita per uomini e donne era rispettivamente di 80,1 anni e 84,7 anni, in calo rispetto al 2014 quando la speranza era pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne.
Inevitabili i riflessi anche sul sistema pensionistico, che è agganciato alla speranza di vita. L’ultimo scenario, elaborato nel 2011 e attualmente utilizzato dagli enti previdenziali per il calcolo della pensione, reca un incremento piuttosto intenso dei requisiti per il pensionamento: 5 mesi a partire dal 1° gennaio 2019. Una modifica che farebbe schizzare a 67 anni l’età per il collocamento a riposo dagli attuali 66 anni e 7 mesi. Questo adeguamento ora torna in discussione.
“A tale ultimo riguardo si evidenzia che a seguito dell’accertata diminuzione della speranza di vita per l’anno 2015 difficilmente l’adeguamento decorrente dall’anno 2019 potrà rispettare quanto previsto dal citato scenario demografico Istat centrale (base 2011)” scrivono i tecnici del bilancio dello Stato nel citato Rapporto.
Fonte: Pensioni Oggi