NEW YORK (WSI) – Alla maggioranza degli operatori delle Borse è sfuggita una statistica impressionante: solo altre due volte in passato il rapporto tra prezzo di Borsa e previsioni sugli utili delle società quotate è salito a un ritmo altrettanto alto. I periodi del 1984-1987 e 1994-1999 hanno visto un ciclo di espansione impressionante, simile a quello attuale che è dunque uno dei maggiori della storia.
Gli analisti di Goldman Sachs, capitanati da David Gostin, chief strategist dell’azionario, hanno utilizzato uno degli indicatori più usati per capire se le Borse sono sopravvalutate o sottovalutate: l’indice P/E. Da settembre 2011 a oggi l’indice sulle aziende quotate sull’S&P 500 è salito del 75% (da 10 volte a 18 volte).
È un livello molto più elevato della media dei periodi precedenti in cui c’è stata un’espansione del rapporto tra prezzo di Borsa e utili dell’azione. L’aumento si è attestato in media al 50%.
Negli ultimi 40 anni ci sono stati appunto solo altri due periodi in cui l’ampliamento dell’indice P/E è stato a questi livelli. Prima del Black Monday del 1987 e prima dello scoppio della bolla dot com (quando il rapporto ha fatto un balzo del 115%).
C’è solo da augurarsi che per lo meno questa volta il ciclo di espansione del rapporto P/E sulle Borse non si interromperà bruscamente con un altro evento catastrofico per i mercati finanziari. Va detto a questo proposito che gli analisti di Goldman Sachs vedono una fase di correzione nei prossimi mesi per le Borse. Attenzione, però: raramente ci prendono.