NEW YORK (WSI) – Dal momento che nell’ultima riunione di politica monetaria della Fed sono emerse ben poche novità e un cauto ottimismo, Deutsche Bank ha pensato bene di pubblicare un report polemico, per riscaldare gli animi degli operatori di borsa in una seduta altrimenti abbastanza anonima, per lo meno a Wall Street.
Detusche Bank scrive che “negli ultimi cicli dei tassi del braccio di politica monetaria della Fed c’è un elemento di tortura” che caratterizza un sistema finanziario malato. “Quando si fa probabile una stretta monetaria imminente, quando si avvicina quel momento, ecco che qualcosa di imprevedibile succede e ti costringe a fare un passo indietro e ricominciare da capo”.
È una punizione senza fine, come nel mito di Sisifo, il quale è costretto ad andare all’infinito su e giù da una montagna con l’universo sulle spalle. La prospettiva di vedere azioni “stringenti” di politica monetaria entro l’anno è salita visto il cauto ottimismo espresso dalla Fed. Siccome poi la Fed è entrata nel paradosso per cui se i fondamentali economici migliorano, deve alzare i tassi e rischiare che la corsa dell’azionario si interrompa, la scelta migliore potrebbe essere meglio proprio mantenere lo status quo.
“Non ci si attendevano annunci di manovre concrete né rimandi a timing utili per l’ipotesi di rialzo dei tassi, mentre era ritenuto probabile un tono piuttosto neutrale e perfino di orientamento hawkish, alla luce di una congiuntura che appare, dal punto di vista di Washington, favorevole sia sulle variabili economiche che su quelle finanziarie”, scrive in una nota Davide Marone, Senior Analyst di FXCM Italia.
L’analista sottolinea come la Fed non abbia sorpreso nessuno: “la neutralità l’ha fatta da padrona, per quanto rivolta a un certo ottimismo. Il documento ufficiale rilasciato ha evidenziato la diminuzione dei rischi di breve termine sulle prospettive economiche Usa e il riferimento agli sviluppi internazionali è stato copiato totalmente dallo statement precedente e quindi non modificato in seguito alla Brexit (che non è stata menzionata)”.
Le reazioni dei mercati non sono state tecnicamente lineari, osserva l’analista del broker FXCM, con il dollaro che inizialmente si è apprezzato per poi essere prontamente rivenduto e i listini azionari (S&P500) venduti in principio per poi tornare a salire. Stessa sorte è toccata all’oro (il terzo benchmark che ieri seguivamo), il quale però ha proseguito con maggiore linearità nelle salite significative potenzialmente anche su base multiday.