ROMA (WSI) – Dura la vita dei lavoratori dipendenti che in termini di guadagno devono faticare 31 anni per avere uno stipendio pari a quello di un consigliere delegato, 43 se il capo dell’azienda è anche direttore generale o ancora 37 se è anche presidente. A darei numeri è il 41esimo annuario R&S di Mediobanca che ha stilato una classifica sui primi 50 big quotati dell’industria e della finanza.
Record è il caso del dipendente medio che dovrebbe lavorare ben 1227 anni per avere lo stesso compenso che in un anno guadagna il numero uno dell’azienda. Cifre alte se si considera che solo nel 2015 le figure più importanti dei big industriali italiani hanno percepito in totale 256,8 milioni di euro di compensi.
A voler fare un confronto tra il settore pubblico e privato emerge dal rapporto di R&S Mediobanca che i grandi gruppi italiani privati battono quelli pubblici per crescita, esportazioni e redditività mentre le aziende che fanno capo allo Stato sono sempre le più generose nei dividendi. Il settore pubblico in particolare accusa un forte calo del 16,1% mentre i privati hanno aumentato i loro ricavi del 7,5%. Il motore del made in Italy è la manifattura, moda, meccanica e grandi opere.
Per quanto riguarda la crescita il primo grande gruppo pubblico è Poste Italiane con una variazione del 10,1% a cui seguono Eni, con un calo del 38,3% ed Edison, con un taglio del 6,8%. Tra i top exporter troviamo Luxottica, con una quota all’estero sui ricavi pari al 96,6%, Pirelli (94%) ed Exor (93,2%) a seguire Danieli (92,8%) e Prada (88,9%)
I top per dividendi sono sempre nel pubblico, tanto che lo Stato ha riscosso 12,8 miliardi contro i 6,9 incassati dai privati. Record per l‘Eni che raccoglie 5,6 miliardi seguita da Enel (2,3), Poste (1,6) e Snam (1,3). In testa invece tra i privati troviamo Luxottica (1,2 miliardi) e Prada (1,0).
Fonte: Corriere della Sera