Il prossimo 15 settembre diverrà operativo, dopo mesi di rallentamento, il bonus per le spese culturali di coloro che quest’anno compiono 18 anni: 500 euro che potranno essere spesi tramite voucher emessi da un’apposita applicazione, la “18app”, in una molteplicità di consumi culturali. Potranno essere acquistati a carico dello Stato libri, biglietti di concerti o rappresentazioni teatrali, abbonamenti al cinema, ingressi per i musei e così via.
Il messaggio che il governo intende lanciare ai giovani con questa operazione, già prevista dalla Legge di Stabilità, è che l’età adulta deve coincidere con una maturazione, un allargamento di orizzonti.
A prendere parola sull’iniziativa è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini: “18app”, l’applicazione attraverso la quale i giovani potranno gestire i propri 500 euro fino al termine del 2017, “manda un messaggio preciso: quello di una comunità che ti accoglie nella maggiore età ricordandoti quanto siano cruciali i consumi culturali, per il tuo arricchimento personale e per irrobustire il tessuto civile di tutto il Paese. E per una volta i fondi per promuovere la cultura non sono ripartiti dalla burocrazia ma dalle decisioni di migliaia di giovani. I soldi andranno laddove si indirizzeranno le scelte dei 18enni”.
Per quanto accolta con generale favore, a molti non è sfuggito come il raggiungimento della maggiore età corrisponda anche alla conquista del diritto di voto, una conquista, appunto, che in qualche modo sarebbe segnata da un generoso regalo targato governo Renzi.
Alcune reazioni dei beneficiari, raccolte dal Corriere, manifestano anche un altro dubbio: se questi soldi non potevano essere spesi diversamente, oppure distribuiti sulla base del reddito.
Si è calcolato che i beneficiari, non solo gli italiani come ipotizzato in un primo momento, ma anche gli stranieri con regolare permesso di soggiorno, saranno 574.593.
L’app, gestita da Sogei, richiederà un login attraverso lo Spid che il neo diciottenne dovrà ottenere da uno degli identity provider (Poste, Aruba, Tim, Infocert e Sielte); a quel punto si potrà iniziare ad attingere ai 500 euro con gli acquisti digitali o “tradizionali”, in quest’ultimo caso attraverso l’emissione di un voucher che potrà essere stampato o salvato sullo smartphone.
Cosa fare per usufruire del bonus
- Il primo passo è la registrazione tramite uno dei cinque identity provider accreditati (Tim, Poste, Aruba, Infocert e Sielte) allo Spid. Questa registrazione consente il riconoscimento dell’utente da parte dello Stato.
- Una volta ottenuto lo “Spid” (sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale) si potrà scaricare l’app 18app sul portale dedicato www.18app.it (oppure www.diciottapp.it).
- Si forniscono i propri dati (residenza, cellulare, email), un plafond da 500 euro sarà erogato automaticamente. Sullo stesso portale sarà consultabile una bacheca curata dal ministero dei Beni Culturali con l’elenco degli indirizzi utili all’acquisto di servizi culturali: scegli l’evento, solo se e quando ne usufruirai il costo sarà scalato dal tesoretto dei 500 euro.
- Il voucher può essere utilizzato direttamente alla cassa della libreria o del cinema selezionati: in questo caso il voucher può essere semplicemente scaricato e stampato, oppure salvato sullo smartphone in forma di “qr code” o come “bar code” (codice a barre) ed esibito in loco.
Alcune reazioni dei giovani sono state raccolte dal Corriere della Sera:
“La prima cosa che Angelica ha pensato quando ha saputo del «bonus cultura» è stata: «Era ora! Nessuno pensa mai a noi in Italia». Angelica Magazzino, pugliese, diciott’anni il prossimo novembre, frequenta il liceo linguistico a Grottaglie e ha avuto la fortuna di viaggiare già molto: «All’estero c’è più attenzione verso i ragazzi. Un esempio? Gli sconti per gli studenti, che in Italia sono una rarità. Per questo il bonus è una splendida notizia». Sa che altre iniziative a livello nazionale avrebbero la priorità, ma è sincera: «Dal nostro punto di vista non possiamo che essere felici. Dare a ognuno di noi 500 euro da spendere in cultura significa investire sul nostro futuro: non dall’alto, ma rendendoci diretti partecipi». Angelica balla, frequenta una scuola di danza e ama andare a vedere i balletti: «Quando decidiamo con le mie compagne di andare a teatro capita che alcune non vengano perché i biglietti costano molto. Ecco un esempio pratico: grazie al bonus potranno venire».
Altro esempio:
“Riccardo, diciott’anni compiuti a giugno, non è il destinatario ideale del bonus riservato a lui e ad altri 580 mila coetanei. «Non sono un appassionato di arte, musei e attività culturali in generale, a dire la verità. Ma potrei usare questi soldi per andare al cinema con i miei amici o, perché no, a teatro..!». Riccardo Cavagnera è nato e cresciuto a Milano, dove frequenta l’istituto tecnico agrario. «L’ho scelto perché volevo fare l’architetto del verde. Poi ho cambiato idea: proverò Fisioterapia». Una scelta legata alla sua grande passione: la pallacanestro. Riccardo gioca nella MilanoTre Basket, in serie C. Riguardo al «bonus cultura» ha qualcosa da recriminare al governo Renzi. «Non aver inserito i biglietti per eventi sportivi tra gli acquisti possibili?», gli chiediamo. «No. È il metodo a essere sbagliato secondo me: i soldi dovevano essere destinati in base al reddito. Ci sono ragazzi che non hanno alcun bisogno di un bonus e altri cui 500 euro permetteranno di fare cose prima inaccessibili».