A causa della propria esposizione ai derivati, questa banca rischia molto. Come scrive Michael E. Lewitt, strategist del mercato globale del credito, tale banca rischia di rivivere “l’incubo dei derivati” del 2008. E non si tratta di Deutsche Bank – comunque menzionata nell’articolo -, che è stata recentemente definita “l’istituzione più rischiosa del mondo dallo stesso Fmi, spiega Lewitt, e il cui titolo scambia al minimo in 30 anni. Ma di un colosso di Wall Street, che porta un nome che tutti conoscono: Citigroup.
Sulla base del caso Deutsche Bank, scrive Lewitt, “pensereste che nessuno acquisterebbe queste armi finanziarie di distruzione di massa…e sbagliereste. Con una mossa così stupida che ha dello sconcertante, la banca americana di cui vi parlo sta continuando a fare uno shopping sfrenato di derivati, acquisendo i cds (credit default swap, ovvero contratti di assicurazione per proteggersi dal rischio di default) da banche europee come Deutsche Bank e Credit Suisse.
Citigroup è arrivata quasi a distruggere se stessa con i derivati durante la crisi del 2008, richiedendo il bailout più grande di tutta la storia da parte dei contribuenti, per riuscire a sopravvivere. Ma stranamente, non ha imparato la lezione la prima volta in cui il titolo è sceso anche sotto la soglia di $1. (…) Tanto che “Credit Suisse ha venduto derivati per un valore di $380 miliardi a Citi, riducendo così la propria esposizione di $5 miliardi, mentre lo scorso anno Deutsche Bank ha rifilato $250 miliardi di credit default swap (indovinate a chi?) a Citi. Ed è in trattative per liberarsi di altri”.
“Il risultato è che Citi al momento detiene più derivati di qualsiasi altra sua banca rivale americana, con una esposizione sconvolgente di quasi $56 trilioni, stando ai dati dell’ultimo report di OCC (Office of the Comptroller of the Currency), divisione del dipartimento Usa del Tesoro)