Economia

Brasile: Impeachment, addio Rousseff. Che grida al complotto

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Il Senato del Brasile ha votato, con maggioranza di 61 voti contro 20, la destituzione del presidente brasiliano Dilma Rousseff al termine della procedura di impeachment avviata a dicembre e nell’arco della quale era già stata sospesa dalle sue funzioni.

Il presidente ad interim, Michel Temer, ex vice della stessa Rousseff, si avvia dunque ad assumere ufficialmente la guida del Paese. Il Senato in una seconda votazione ha lasciato alla ex presidente l’eleggibilità, risparmiandole l’interdizione dai pubblici uffici. L’accusa costata la carica alla Rousseff riguarda alcune presunte operazioni con le quali avrebbe falsificato i conti pubblici nel 2014.

L’ex presidente ha ribadito come l’intera faccenda nella quale è stata coinvolta sia, a suo dire, un complotto per rimuoverla dal potere, un “colpo di stato parlamentare”. “Ora non vi dico arrivederci”, ha detto la Rousseff ai suoi sostenitori, “sono certa di poter dire ‘ci vediamo presto’”.
Oltre alle presunte manipolazioni dei conti pubblici gravano sul partito dei lavoratori dell’ex presidente anche le indagini sul caso Petrobas, il colosso petrolifero pubblico, che vedono coinvolto anche il predecessore della Rousseff, Luiz Inácio Lula da Silva.

Per il Brasile, dopo trent’anni di vita democratica resta difficile mantenere stabilmente i propri uomini al comando: degli ultimi otto presidenti direttamente eletti dal popolo solo due hanno portato a termine il proprio mandato, mentre altri due sono stati messi in stato d’accusa, uno si è suicidato, un altro è stato rimosso da un golpe militare, uno è morto prima del termine dell’incarico e, infine, uno si è dimesso.

Per Dilma Rousseff questa caduta è l’epilogo di una presidenza che aveva sperimentato, nei suoi giorni migliori, una popolarità fra le più alte del mondo, intorno all’85%. Il vento economico e finanziario è poi cambiato per il Brasile, entrando in quella che è una delle crisi più profonde della sua storia recente.

Il presidente Temer ha raccolto con enfasi la “nuova era” che ora si apre per il Paese, sotto la sua guida: “Da oggi le aspettative sono molto più alte per il governo”, ha detto in un messaggio, “spero che in questi due anni e quattro mesi faremo quanto dichiarato, rimettere in carreggiata il Brasile”.