Renzi: “credo Pil positivo, ma non è lo zero virgola che fa la differenza”
Così il premier Matteo Renzi affronta la questione dell’economia italiana.
“Penso che ci sarà un segno positivo sul Pil perché ad esempio i servizi sono aumentati dell’1% e quindi è probabile un aumento del Pil” , se si considera l’incidenza dei servizi nel dato. Detto questo “non è lo zero virgola che fa la differenza. Il vero punto è che l’Italia sta tenendo sotto controllo il deficit. La Spagna sta facendo meglio ma fa il 5% di deficit, facile così. Se lo facessimo noi avremmo 50 miliardi all’anno da spendere, o giù di lì”.
“Il problema vero del nostro Paese è se torna ad investire nel futuro. Se riduciamo la burocrazia, semplifichiamo, cambiamo lo Stato, si rinnova il contratto ai dipendenti pubblici e contemporaneamente mandiamo a casa in 48 ore i furbetti del cartellino, stiamo cambiando l’Italia: non mi interessa se facciamo 0 o 0,1”. E comunque “i risultati strutturali della riforma del lavoro si vedranno tra qualche anno, ma non ci interessa, noi andiamo avanti passo dopo passo” senza ascoltare “i signor no che cercano di bloccare il Paese”.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.