Stati Uniti: ad agosto 151mila posti di lavoro in più, disoccupazione stabile
Prosegue la scia di dati positivi sul mercato del lavoro degli Stati Uniti: nell’ultimo mese sono stati creati 151mila posti di lavoro, meno dei 180mila previsti; il tasso di disoccupazione resta stabile al 4,9%, anziché scendere al 4,8% atteso. Restano comunque entusiastici i commenti da parte di Jason Furman, presidente del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca, che ricorda come “Le aziende americane hanno creato 15,1 milioni di posti di lavoro dall’inizio del 2010 e la serie temporale più lunga di sempre per la crescita dell’occupazione si è allungata ad agosto”.
“Fino ad ora nel 2016 la crescita dell’occupazione è stata pari a una media solida di 182.000 posti al mese”, ha proseguito la nota, “ben sopra gli 80.000 posti al mese necessari per mantenere basso e stabile il tasso di disoccupazione”; inoltre “i salari orari nel settore privato sono saliti in media del tasso annuo del 2,8%, più veloce del passo dell’inflazione” anche se “molto lavoro resta da fare per sostenere una crescita dei salari più forte e per garantire che i benefici della ripresa siano ampiamente condivisi”.
Breaking news
Secondo gli analisti di Bank of America, la crescita dei ricavi nel settore lusso sarà limitata nel secondo semestre del 2024 e nel 2025, con pressioni sui margini e stagnazione dell’EBIT. Il deterioramento è attribuito principalmente al consumatore cinese. La banca ha declassato diverse aziende del settore e rivisto al ribasso i target price di molte azioni.
Le azioni cinesi hanno chiuso in moderato rialzo, supportate da una riduzione imprevista dei tassi di interesse a breve termine e da una forte iniezione di liquidità. L’attesa conferenza stampa del governatore della Banca centrale potrebbe annunciare ulteriori misure di sostegno.
A settembre, l’indice Pmi del settore manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 44,8 punti, segnando il livello più basso degli ultimi 9 mesi. Anche l’indice composito della produzione è diminuito, passando da 51 a 48,9 punti, tornando in territorio di contrazione. L’indice Pmi dei servizi è calato a 50,5 punti. Secondo Cyrus de la Rubia di Hcob, l’Eurozona si avvia verso la stagnazione economica.
L’Istat ha rivisto al ribasso la crescita del Pil per il 2023, ora stimata allo 0,7%. I dati aggiornati mostrano anche una crescita del Pil del 4,7% nel 2022 e dell’8,9% nel 2021.
