Tornando indietro ai mesi più duri della crisi finanziaria si rintraccia l’avvio di quella che è stata, per Warren Buffett, un’audace scommessa da un milione di dollari. In breve, il famoso finanziere aveva scommesso sul fatto che l’indice S&P 500 avrebbe sovraperformato, dal 2008 alla fine del 2017, i risultati conseguiti da un pacchetto di hedge funds: nel dettaglio la scommessa è stata effettuata tramite la Protege Partners, che avrebbe scelto il portafoglio degli hedge funds di riferimento (peraltro l’eventuale ricavato è destinato alla beneficenza).
Ebbene, per il momento l’intuizione di Buffett si è dimostrata corretta: alla fine del 2015 il total return dello S&P 500 è stato del 65,67%, contro il 21,87% portato in saccoccia dagli hedge funds (al netto delle spese).
Buffett, al tempo della scommessa, aveva così spiegato il principio della sua scelta: “Gli investitori [attivi] incorrono in costi maggiori [di quelli passivi]. Per cui i rispettivi risultati aggregati, dopo tali costi, saranno peggiori di quelli degli investitori passivi”.
La storia, però, non finisce qui, poiché lo stesso Berkshire Hathaway, il fondo (attivo) di Buffett, non è stato risparmiato dalla regola pronunciata dal suo stesso patron: infatti, all’inizio di quest’anno, il Berkishire sottoperformava del 24,5% lo S&P 500. Meglio, comunque, della media degli hedge funds; una magra consolazione.
Buffett con la sua puntata può ricordare agli investitori che fidarsi dei gestori attivi (Buffett incluso) a conti fatti, è sempre un azzardo e sul lungo periodo (di solito) non paga.