Mercati monetari, esodo di massa dai fondi che vanno a caccia di rendimenti
Allarme per i mercati monetari, gli investitori sono in fuga dai fondi ad alto rischio: ben 300 miliardi di dollari potrebbero andarsene. Dai dati di Investment Company Institute resi noti da Bloomberg emerge che i fondi ‘prime’, ovvero i fondi che vanno a caccia di rendimenti più alti acquistando strumenti finanziari come titoli di credito a breve termine emessi da aziende, banche e finanziarie, hanno assistito già a quello che viene definito un vero e proprio esodo. I loro attivi sono crollati di quasi $700 miliardi dall’inizio del 2015, a $789 miliardi.
Le previsioni per i prossimi mesi sono altrettanto pessimiste. Peter Yi, direttore della divisione di reddito fisso a breve termine di Northern Trust, con sede a Chicago, che gestisce $906 miliardi, prevede un ulteriore fuga da parte degli investitori dei fondi prime fino a $200 miliardi nei prossimi 30 giorni. TD Securities stima un esodo maggiore, fino a $300 miliardi.
Il motivo si spiega con l’entrata in vigore di una nuova legge, il prossimo 14 ottobre, che richiederà agli istituti prime e ai fondi esenti da tasse di porre fine a una pratica, durata 30 anni, di fissare le azioni al valore di $1. Soltanto i fondi che detengono debito governativo potranno mantenere quel livello.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.