di Marco Saccà Digital Marketing Consultant presso AccuraCast a Londra. Giornalista freelance esperto di economia e finanza, di cui scrive su diversi blog e testate online.

Twitter: cosa si nasconde dietro al recente trend positivo?

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Negli ultimi dieci anni o poco più, i social network sono cresciuti a dismisura. Non stiamo parlando semplicemente in termini di popolarità o numero di utenti, ma anche in termini economici e finanziari. L’esempio più lampante è in assoluto Facebook, società dominatrice nell’industria dei social media, che nell’ultimo decennio ha registrato utili spaventosi e ricavi publbicitari sempre in crescita.

Ovviamente non c’è solo il colosso di Zuckerberg in circolazione. E’ di qualche mese fa l’acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft per circa 26 miliardi di dollari, a dimostrazione del fatto che i social network sono aziende che interessano e non poco agli investitori e alle multinazionali più prestigiose.

Una delle piattaforme più amate, ma anche più in difficoltà, è senza dubbio Twitter. Il sito di microblogging sta attraversando da qualche anno un periodo buio. Il bacino di utenti è sì solido (315 milioni circa), ma anche stagnante. Nonostante il fatturato lo scorso trimestre sia cresciuto del 20% a 602 milioni di dollari, solamente un anno fa la crescita si attestò intorno al 61%. Discorso simile per gli introiti pubblicitari: sono cresciuti del 18%, ma Twitter cattura meno del 8% della spesa pubblicitaria sulle piattaforme social; Facebook raccoglie invece 68% circa.

Il social guidato da Jack Dorsay ha però visto il suo titolo subire una netta impennata negli scorsi giorni, seguito poi da un andamento quantomeno altalenante. In generale però, si può parlare di un titolo in risalita. Ad accendere la miccia, poco prima dell’estate era stato un annuncio uffciale: Twitter avrebbe posto fine al suo elemento più distintivo, i 140 caratteri, senza tuttavia specificare una data precisa. Da quel momento, le voci si sono rincorse e il titolo ha visto dapprima in netto rialzo per poi crollare.

Come ha sottolineato Idan Levitov in un post: “ci sono alcune storie che hanno la capacità di emozionare gli investitori tanto quanto le storie di fusioni e acquisizioni circostanti”.

A distanza di qualche mese, ecco l’ufficialità: Twitter apporterà delle modifiche al conteggio dei famosi 140 caratteri, senza però eliminarli. Di fatto regalerà un po’ più di spazio ai propri utenti, eliminando dal conteggio alcuni elementi quali foto, video e menzioni. Non un abbandono, ma sicuramente un cambiamento significativo.

Nel frattempo le voci sulla possibile vendita della società si sono rincorse. Nei giorni scorsi il Cda di Twitter si è riunito per discutere delle opzioni di rilancio dell’azienda. A questo però va aggiunto quanto ha dichiato Evan Williams, co-fondatore del social, in una intervista a Bloomberg. Incalzato sui rumor riguardo una possibile cessione della società, Williams ha risposto così: “No comment. Twitter si trova in una posizione forte e deve considerare le opzioni giuste”. La notizia ha fatto schizzare il valore delle azioni a Wall Street: il mercato attendeva l’annuncio di una vendita, magari anche con un ventaglio di compratori interessati. Il valore del titolo è salito addirittura del 6%.

Nonostante una apparente smentita da parte del Board, le voci continuano a rincorrersi e spuntano già ipotesi su potenziali acquirenti. Recode ad esempio ha scritto che Google e 21st Century Fox di Rupert Murdoch avrebbero presentato un’offerta, mentre società del private equity sarebbero interessate a rilevare Twitter e toglierla dai listini.

Ovviamente nessuna delle indiscrezioni è stata confermata. In passato, tra i papabili acquirenti per Twitter, sono stati fatti i nomi di Microsoft, Amazon, Verizon, Salesforce e persino Apple, le cui quotazioni si sono rialzate negli ultimi giorni, perché ha riattivato un account Twitter aperto nel 2011 e mai usato.

Tutta questa attenzione sta certamente avendo un impatto positivo sul titolo in Borsa. Dopo il rialzo del 6%, che ovviamente non poteva essere duraturo, il titolo si è comunque stabilizzato su livelli di crescita, dopo aver perso circa il 30% in 52 settimane e aver visto il valore delle proprie azioni più che dimezzato da quando l’azienda era stata quotata.

Twitter ha inoltre deciso di dare una svolta al propio percorso di crescita. Lo fa puntando sui contenuti e sul video. Nei mesi scorsi Jack Dorsay ha siglato una serie di alleanze strategiche che vanno dal live streaming delle partite della NFL (la lega pro di football americano) e degli incontri di tennis di Wimbledon ai notiziari alle tribune politiche. Resta da vedere se questo rilancio sarà appoggiato da investitori esterni (vedi caso LinkedIn) o se la società rimarrà autonoma.

Fonti:
Boomberg ;
Recode ;
Any Option Blog