NEW YORK (WSI) – I fondamentali dell’Italia restano fragili e la rincorsa al referendum costituzionale ha indebolito il ritmo di realizzazione delle riforme del governo Renzi. E’ quanto mettono in evidenza gli analisti di Bofa Merrill Lynch in un nuovo report dal titolo: “Italy: reforms, reforms, reforms” e ripreso da Milano Finanza.
Secondo l’investment bank, questa situazione di stasi in cui è finita l’Italia rende piu’ difficile i negoziati con Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità sulla politica fiscale.
Dopo aver ottenuto dall’Europa lo scorso aprile – si legge nell’articolo, che cita il report – una flessibilità pari allo 0,75% del pil (14 miliardi), questa volta il quadro, per Renzi è diverso, a causa innanzitutto di una crescita che nel secondo trimestre è stata inferiore alle attese.
Riteniamo – continuano – che la possibilità di usare la clausola delle riforme strutturali potrebbe non essere facile da utilizzare in un anno come questo, in cui il ritmo di attuazione delle riforme appare piuttosto rilassato. Infatti dopo i progressi realizzati nei primi 20 mesi del governo Renzi, il tasso di riforme è aumentato solo marginalmente nella prima metà di quest’anno. C’è ritardo ancora su molti punti.
Nel medio termine – spiegano ancora gli esperti – ciò rende i risultati del referendum particolarmente rilevanti.
Infatti la sostenibilità del debito pubblico dipende dall’abilità nell’ottenere una maggior crescita e un miglior equilibrio fiscale.
Un no al referendum, inoltre, rischia di creare un vuoto politico producendo, di conseguenza, un ulteriore rallentamento del processo di riforme. Se questo avverrà, “è difficile che il debito pubblico possa cominciare a scendere presto”, dice Bofa Merrill Lynch.
Fonte: Milano Finanza