BRUXELLES (WSI) – Doccia fredda per il premier Matteo Renzi che, dopo le accuse del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, deve fare i conti con Pierre Moscovici, commissario Ue agli affari economici secondo cui – intervistato da La Stampa – non ci possono essere eccezioni sulla flessibilità.
“Le regole del Patto di Stabilità (…) non dobbiamo cambiarle, assolutamente. Dobbiamo mantenerle. La questione non si pone, anche perché se andiamo a vedere alcuni parametri, come quello del 3%, erano già inclusi nel Trattato di Maastricht. Il Patto di Stabilità funziona: nel 2010 il deficit dell’area euro era al 6%, oggi siamo al 2%. Si è dimostrato molto utile. Perché risponde ai problemi di un’area in cui il livello del debito pubblico è alto. Va ridotto, perché ogni euro speso per il debito è un euro in meno per i servizi ai cittadini”.
Pierre Moscovici si dice aperto a modifiche del patto, per renderlo più comprensibile e facile da applicare, ma si deve trattare di “piccoli miglioramenti, all’interno di una cornice, non di un cambiamento”. E in riferimento all’Italia?
“Siamo pronti a esaminare i singoli casi, a iniziare le discussioni con i nostri interlocutori. Ma non a cambiare le regole. Non commento le singole situazioni, ma siamo pronti ad applicare tutta la flessibilità prevista dal patto. Senza però fare eccezioni: dobbiamo restare entro i limiti imposti dalle regole”.
Infine Moscovici risponde a tono a chi accusa la Commissione Ue di subire pressioni da parte della Germania di Angela Merkel e di Wolfang Schaeuble.
“Falsità. La Commissione Ue prende decisioni autonome, non perché Schaeuble o qualcun altro ci dice cosa fare. E infatti questa autonomia ci espone ad attacchi da due fronti: chi ci accusa di voler difendere le regole a tutti i costi e dall’altro lato chi ci accusa di essere troppo morbidi con chi non rispetta le regole”.