NEW YORK (WSI) – Ha in gestione un portafoglio clienti da quasi 200 miliardi di dollari e non ha più intenzione di correre rischi sul mercato e di farli correre ai suoi clienti: per questo secondo Tad Rivelle del gruppo TCW è giunto il momento di “abbandonare la pista da ballo”.
Il rischio di scoppio di una bolla creditizia è troppo alto e il ciclo è giunto al termine. Le imprese americane investono con soldi che non hanno e non avranno: in molti non riusciranno a ripianare i loro debiti.
Rivelle è solo l’ultimo gestore in ordine di tempo ad accorgersi “che i livelli di indebitamento delle aziende, i quali hanno superato i numeri raggiunti prima dello scoppio della crisi finanziaria del 2008, sono un segnale del fatto che gli investitori devono prepararsi alla fine del ciclo del credito”.
“Un’espansione alimentata da una bolla creditizia non ha un lieto fine”, dice in una nota agli investitori il chief investment officer per il reddito fisso presso TCW. “È una storia già vista“.
Mese dopo mese il debito delle aziende americane continua a salire e in settembre le emissioni di bond societari hanno sorpassato i mille miliardi di dollari di valore per il quinto anno consecutivo. Se ci si basa sui numeri disponibili fino a giugno, il debito societario complessivo è 2,4 volte superiore agli utili totali, secondo quanto stimato da Morgan Stanley. Il tasso era sceso all’1,7 nel 2010, quando l’economi americana ha iniziato la ripresa dalla Grande Recessione post crisi subprime.
Rivelle, il cui gruppo ha in gestione $195 miliardi di attivi, punta il dito contro i banchieri centrali che hanno gonfiato bolle di asset, le quali sono destinate a scoppiare. Le imprese non avranno i soldi per ripagare i loro debiti e qualche default societario già si sta vedendo negli Stati Uniti.
“Il nostro consiglio rimane quello di sempre: evitare gli asset che faranno crac quando entreremo in un periodo di de-leveraging”.
Il ragionamento è molto semplice: la crescita dei prezzi degli asset finanziari non è supportata da una crescita economica. “Ammettiamolo: quando le presunte soluzioni al dilemma della Fed sono nuovi problemi, è chiaro che si è arrivati alla fine del ciclo“.
“I re delle banche centrali sono nudi”, scrive sempre il gestore nella nota datata 19 settembre. Per un investimento di successo, a lungo termine, bisogna capire quando è il momento di lasciare la pista da ballo. Secondo noi, quel tempo è già arrivato“.