LONDRA (WSI) – L’Occidente non ha una strategia militare in Siria e lascia colpevolmente che la Russia faccia le sue mosse nello scacchiere mediorientale. Lo ha detto Boris Johnson, il Segretario britannico degli Esteri, secondo cui Mosca si è probabilmente macchiata di crimini di guerra nel conflitto siriano.
Per Johnson, che ha sostenuto la campagna a favore della Brexit, il governo del Cremlino sarà incriminato se verrà dimostrata la sua colpevolezza nel bombardamento di civili innocenti. Ma se la si mette su questo piano, anche gli Stati Uniti si sono macchiati di simili reati, avendo per esempio bombardato per errore un ospedale di Medici Senza Frontiere, facendo almeno trenta morti tra cui donne e bambini.
Nonostante riconosca la mancanza di strategia in Siria, il Segretario degli Esteri ha detto che non c’è la volontà necessaria per una svolta militare e che il miglior modo per costringere Mosca a fare un passo indietro sarebbe quello di mettere il paese sotto una cattiva luce dinanzi all’opinione pubblica.
“Se qualcuno mi dicesse che l’Occidente è impotente, dovrei dargli ragione”, ha detto Johnson domenica, durante l’Andrew Marr Show sulla BBC1, prima che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisca ancora una volta per discutere dei bombardamenti della Russia ad Aleppo.
Del presidente russo Vladimir Putin il vulcanico ministro degli Esteri ha detto: “Il regime di Putin non sta dando solamente la pistola ad Assad, sta anche sparando con quella pistola. In realtà i russi sono coinvolti in prima persona”.
Allo stesso tempo Johnson ha ammesso gli errori commessi dall’Occidente, tra cui quello di non avere dal 2013 a oggi una strategia militare ben precisa e percorribile in Siria in grado di mettere pressione alla Russia.
È proprio nel 2013 che le forze occidentali hanno preferito non intervenire militarmente in Siria contro il presidente siriano Bashar al-Assad. Da allora in Siria è il caos totale.
Quella di Johnson è un’ammissione importante: mai prima d’ora le autorità occidentali avevano ammesso il fallimento delle politiche atte a contrastare la minaccia russa. Per l’Europa è difficile trovare un accordo per una soluzione comune: almeno cinque paesi europei, tra cui l’Italia, sono contrari alle sanzioni anti russe e vorrebbero ripristinare rapporti commerciali “normali”.
Il tutto mentre alcuni politici nel Regno Unito hanno invece chiesto che si intervenga con maggiore decisione, imponendo una no-fly zone nella Siria settentrionale per poter monitorare da vicino l’attività militare delle navi britanniche nell’area e idealmente bombardare anche da lì le forze di Assad.
Il regime di Assad è l’ultimo grande baluardo alleato della Russia nell’area mediorientale, che gli imperi colonizzatori inglesi e francesi si spartirono dopo la Prima Guerra Mondiale, e Putin non ha alcuna intenzione di correre rischio di dover rinunciare alla sua influenza nella regione.