L’andamento del mercato azionario italiano (segui live blog) fino a questo momento è stato complessivamente al di sotto delle aspettative per diverse ragioni. In primo luogo, l’andamento borsistico del settore bancario e finanziario in generale ha influito in modo determinante sulle performance, mentre il livello di tassi troppo basso ha impedito a banche e assicurazioni di avere una redditività soddisfacente, almeno per quanto riguarda il business legato agli spread. Inoltre, ha influito la crescente pressione regolamentare che si è accanita in particolare sul trattamento dei crediti deteriorati, improvvisamente diventati un problema da risolvere in fretta a causa dell’entrata in vigore del bail-in.
L’incertezza sui mercati potrebbe protrarsi almeno sino al referendum costituzionale di fine novembre/inizio dicembre, ormai ritenuto elemento chiave per sbloccare gli investimenti, principalmente esteri. Anche la legge finanziaria in arrivo potrebbe portare qualche elemento in più per sostenere gli investimenti da parte delle imprese.
Tuttavia, dal punto di vista valutativo è evidente come ci sia potenzialmente spazio per una ripresa sostenuta del mercato italiano, a sconto non solo rispetto agli Stati Uniti, ma anche rispetto alla media degli indici europei, in particolare sugli utili. Anche il differenziale tra il dividend yield e i rendimenti offerti dalle obbligazioni governative è molto attraente, si trova infatti vicino ai massimi storici.
“Sul fronte della politica monetaria, almeno in Europa, è ragionevole attendersi che la fase espansiva sia destinata a continuare, magari sotto nuove forme, visto che la leva dei tassi negativi sembra ormai essere arrivata a termine in virtù degli effetti distorsivi che ha provocato nel sistema finanziario. Si potrebbe prevedere un’ulteriore compressione degli spread, ma serve tempo per comprendere come agirà la Bce”.
Da un punto di vista settoriale, l’andamento del comparto bancario sarà ancora caratterizzato da strategie top down, prime fra tutte l’esito del referendum costituzionale e l’atteggiamento del regolatore sul tema del capitale, sul quali si avrà maggiore chiarezza solo tra fine 2016 e inizio 2017 con la comunicazione dei nuovi SREP (supervisory review and evaluation process) e dunque con nuove valutazioni e misurazioni dei rischi a livello di singola banca. Anche i dubbi sull’esito degli di aumenti di capitale annunciati e/o attesi dal mercato continuerà a pesare sul settore, che comunque già oggi tratta su valutazioni particolarmente basse: per vedere un rally sostenibile occorrerebbe ridurre il grado di incertezza.
Nei prossimi mesi, inoltre, le operazioni straordinarie continueranno ad essere determinanti nell’offerta di opportunità di investimento sul mercato italiano, in particolare, nel comparto industriale e in quello dei consumi, permettendo di guadagnare sia posizionandosi su potenziali obiettivi che su compratori industriali.
“Queste dinamiche continuano a essere incentivate dall’attuale contesto di tassi bassi, che rendono finanziariamente molto interessanti le scelte di crescita esterna: una leva rilevante di creazione di valore, a patto che sia sfruttata con disciplina”.
Infine, nel settore della difesa e in quello delle telecomunicazioni sono in atto cambiamenti che offrono prospettive di investimento interessanti: numerose sono le società con un forte posizionamento competitivo che in vari segmenti dell’economia e in particolari nicchie di mercato vendono prodotti e servizi con un elevato valore aggiunto e sulle quali puntare.
Non solo minacce ma soprattutto molte opportunità di investimento nascono dai trend che caratterizzano il nostro tempo: dalla digitalizzazione a internet, dall’automazione industriale all’invecchiamento della popolazione, dal commercio on-line agli investimenti broadband, solo per nominarne alcuni.