Petrolio in ritirata, dubbi sull’intesa dell’Opec ad Algeri
Anche se gli investitori hanno inizialmente accolto con favore l’accordo di massima raggiunto ad Algeri dove è in corso la riunione dei maggiori paesi esportatori di petrolio al mondo, molti di loro continuano a nutrire dubbi sull’effettiva natura ed efficacia dell’intesa dell’Opec.
Motivo per il quale i future principali sul petrolio cedono terreno anche nella mattinata europea. Il contratto sul Wti americano con consegna novembre cede l’1,19% a 47,27 dollari al barile al momento, mentre il future con scadenza analoga sul Brent londinese lascia sul campo l’1,2% a quota 48,64 dollari.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.