ROMA (WSI) – Pagare tutti e pagare meno: questo il principio di fondo che ha spinto il governo Renzi a introdurre con la Legge di Stabilità 2016 il canone Rai nella bolletta della luce riducendone l’importo a 100 euro l’anno. Solo per il 2016 la prima rata del canone si è pagata con la bolletta di luglio-agosto. La seconda dovrà essere versata entro dicembre. Poi, dal 2017, l’importo del canone sarà spalmato su tutte le bollette di regola con cadenza bimestrale.
Ma nonostante questa novità il canone Rai rimane la tassa più evasa d’Italia con incassi inferiori alle attese, neanche 1 miliardo di euro.
Questa sarebbe la cifra che le compagnie elettriche hanno versato nelle casse del Tesoro per la prima rata del canone Rai secondo quanto ha reso noto il Ministero dell’economia pubblicando l’aggiornamento del fabbisogno statale.
“Gli incassi fiscali hanno evidenziato una crescita di circa 2.400 milioni, che incorpora anche il versamento di quasi 1.000 milioni per le prime rate del canone Rai da parte dei gestori delle utenze elettriche”.
Se Viale Mazzini ha ipotizzato un incasso per tutto il 2016 di circa 1,861 miliardi di euro, oggi i conti non sembrano tornare: la prima rata versata dagli italiani con la bolletta della luce di luglio equivale al 70% dell’incasso totale annuo e avrebbe dovuto essere vicina a quota 1,3 miliardi, invece mancano all’appello 300 milioni di euro.
Secondo le stime elaborate dalla Cgil inoltre le richieste di esenzione dal pagamento del canone Tv sono già oltre 1,2 milioni, gli over 75 anni esenti di diritto dal pagamento del canone sono 300 mila. Numeri che, sommati agli scarsi incassi ottenuti con la novità introdotta da quest’anno, fanno sì che il canone Rai rischi di fermarsi a 1,4 miliardi di euro, il livello più basso dal 2012. L’ennesimo flop per Renzi.