Deutsche Bank: 46 trilioni di derivati? “Cifra ingannevole”. La mappa del rischio
Il titolo Deutsche Bank è ancora sotto pressione, dopo diverse indiscrezioni stampa, secondo cui l’amministratore delegato John Cryan non sarebbe riuscito a trovare un accordo con il dipartimento di Giustizia Usa, per ridurre la maxi multa del valore di $14 miliardi imposta in relazione alla vendita di strumenti finanziari legati ai mutui.
Bild ha scritto chiaramente che:
“Cryan non è riuscito a siglare una intesa con il dipartimento di Giustizia Usa”.
Allo stesso tempo, il responsabile del rischio del colosso bancario tedesco, Stuart Lewis, ha riferito al Welt am Sonntag in un’intervista pubblicata nella giornata di domenica, che l’atteggiamento degli investitori nei confronti degli asset più rischiosi della banca è improntato eccessivamente alla cautela.
“I rischi sui nostri derivati sono stimati in modo eccessivo“, ha detto, riferendosi ai derivati.
Il manager ha spiegato che “la cifra di 46 trilioni euro appare come gigantesca, ma è completamente ingannevole. Il rischio reale è decisamente più basso”. attorno ai 41 miliardi di euro, se ci si riferisce all’esposizione ai derivati su base netta.
Il titolo Deutsche Bank cede oltre il 2%.
Breaking news
Finale negativo per le borse europee, pesano le tensioni geopolitiche. A Piazza Affari frenano le banche, avanza Leonardo
Apertura in calo per Wall Street a causa dell’escalation tra Russia e Occidente. L’Ucraina colpisce il territorio russo con missili Atacms, autorizzati da Biden, e Putin aggiorna la dottrina nucleare. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano perdite significative.
La società ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un utile netto di 3,0 milioni di euro, superiore al risultato dell’intero 2023.
Walmart, il colosso statunitense della vendita al dettaglio, ha riportato un incremento degli utili e delle vendite nel terzo trimestre del 2024, superando le previsioni degli analisti. La società ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita per l’esercizio 2025, prevedendo un aumento delle vendite nette consolidate tra il 4,8% e il 5,1%.