NEW YORK (WSI) – Con Russia e Stati Uniti che hanno rotto i ponti diplomatici che dovevano servire a trovare un’intesa per mettere fine alla guerra per procura siriana, il mondo si trova in una situazione di pericolo. In particolare se le tensioni tra le due super potenze mondiali non dovessero calmierarsi, secondo il generale americano Joseph Dunford e anche secondo l’ex leader dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev potrebbe scatenarsi una guerra mondiale.
Per Gorbachev il raggelo tra Russia e Stati Uniti è dovuto a “un collasso della fiducia reciproca”. L’ex fautore della Perestroika ha lanciato un appello a Mosca e al Cremlino perché si impegnino a riavviare il dialogo e puntare a una demilitarizzazione, senza interrompere gli sforzi compiuti nella lotta contro la proliferazione nucleare. L’escalation in Siria rende ancora più urgente la corsa al disarmo.
“Penso che il mondo sia in pericolo, la situazione ha superato il livello di guardia. Non voglio dare ricette concrete, ma dirò che bisogna fermarsi. Dobbiamo riprendere la via del dialogo. Fermare i colloqui è stato l’errore più grande. Adesso dobbiamo tornare a concentrarsi sulle priorità: come il disarmo nucleare, la lotta al terrorismo e la prevenzione di disastri ambientali mondiali”.
Rispetto a queste grandi sfide, tutto il resto passa in secondo piano”, ha ricordato Gorbachev in un’intervista concessa alla testata russa RIA Novosti. I rapporti tra Mosca e Washington, che si trovavano già al loro punto più basso dai tempi della Guerra Fredda a causa del ruolo del governo russo nella guerra civile in Ucraina e per via dell’espansione della Nato nell’area di controllo della Russia, si sono deteriorati ulteriormente negli ultimi giorni.
Gli Stati Uniti hanno congelato le trattative diplomatiche volte a mettere fine alla guerra per procura siriana, che va avanti da cinque anni, accusando la Russia di continuare a bombardare Aleppo. La tregua è necessaria se si vuole impedire che l’assedio di Aleppo si trasformi in una crisi umanitaria e un massacro di civili e ribelli anti governativi. Il presidente Vladimir Putin appoggia dichiaratamente il regime di Assad, che è l’ultimo vero alleato che rimane alla Russia in Medioriente.
La Casa Bianca ha poi formalmente accusato i russi di interferire nelle elezioni presidenziali americane, compiendo attacchi informatici contro il Partito Democratico: un’accusa che non era stata mossa nemmeno durante gli anni della Guerra Fredda. Potrebbero esserci delle serie conseguenze, ma l’amministrazione Obama non ha ancora deciso quali contromisure adottare. Potrebbero essere imposte sanzioni economiche oppure potrebbero essere lanciate offensive informatiche come ritorsione.