ROMA (WSI) – Ai ferri corti il rapporto tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan. Le divergenze tra i due sono inevitabilmente peggiorate negli ultimi giorni a causa della definizione della manovra di bilancio.
In realtà i problemi tra i due vi sono sin dall’investitura di Padoan a capo del dicastero di via XX Settembre. Appena insediatosi infatti il neo premier Renzi puntava a mettere al suo fianco in veste di ministro delle finanze il fedele Graziano Delrio, ma si scontrò con l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che invece premeva per un nome famoso a livello internazionale. Ma perché a Renzi non andrà giù la nomina di Padoan? Lo si capisce leggendo il curriculum dell’attuale ministro: dalemiano, con un passato nella Banca mondiale, Commissione Ue, Bce, Fmi ed Ocse. Tutti i piani alti che l’ex sindaco di Firenze puntava a rottamare.
Ma nonostante i due non si piacciano agli occhi della pubblica opinione mentono fingendo di andare d’amore e d’accordo: ma nel passare dei mesi, dinanzi ai vari provvedimenti chiesti da Renzi il ministro ha sempre risposto con un laconico “non si può fare”, fino ad arrivare alla manovra da 26,5 miliardi di euro approvata sabato scorso e che ha visto contrapposti i due. Sarà l’ultima legge di bilancio firmata Renzi e Padoan? Ma sembra che il premier non vada neanche più d’accordo con la sua fedelissima Maria Elena Boschi.
Tra i due la tensione è alle stelle e quasi non si rivolgono più parola. Un conflitto tra i due iniziato quando la ministra prima dell’estate avrebbe accusato Renzi di non aver preso le sue difese dalle polemiche scaturite dalla vicenda della banca Etruria che ha coinvolto il padre, Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente dell’istituto di credito e indagato per bancarotta fraudolenta. Fino alla campagna per il Sì al referendum del 4 dicembre condotta dalla Boschi senza il beneplacito del Premier. Che il ruolo della ministra sarà ridimensionato?
Fonti: Libero Quotidiano; Il Fatto Quotidiano