Eni: Descalzi punta sull’esplorazione. E per il New York Times vince
MILANO (WSI) – Si chiama Zohr ed è la più grande scoperta di sempre nel Mar Mediterraneo, la più grande dall’industria petrolifera mondiale nell’anno, scoperta nel luglio 2015 da Eni.
“E` stato un momento molto emozionante. Abbiamo cercato di guardare fuori dagli schemi”.
Così l’ad di Eni Claudio Descalzi in un’intervista rilasciata al New York Times, convinto che l’esplorazione sia conveniente e offre payoff maggiori in caso di successo.
Così la società ha investito 450 milioni per rafforzare le sue attività di esplorazione, creando un centro di calcolo per eccellenza a Ferrara Erbognone e assumendo e formando i suoi dipendenti. Una scelta di investire nell’esplorazione, fatta da Descalzi, che ha permesso ad Eni di fare altre importanti scoperte come Zohr, ma anche il Mozambico, il Ghana e il Venezuela.
Il successo risiede tra l’altro nel fatto che Eni ha prezzi bassi di scoperta, meno di 1 dollaro per barile di petrolio e gas scoperti. Andrew Latham, vice presidente per l’esplorazione di Wood Mackenzie, obiettivo è premiare Eni come migliore compagnia nell’esplorazione tra tutte le major su un arco di tempo tra 5 e 10 anni.
Ben prima della scoperta, scrive il New York Times, “Descalzi puntava a nuove scoperte di petrolio e gas nella regione del Mediterraneo Orientale. Se una compagnia petrolifera non sostituisce il petrolio e il gas che produce e vende, non cresce” e “Descalzi ha scelto il percorso dell’esplorazione perché è più conveniente e offre payoff maggiori – in caso di successo” investendo “450 milioni di dollari per rafforzare le capacità di esplorazione, realizzando anche un centro di calcolo di eccellenza a Ferrera Erbognone e facendo nuove assunzioni e formazione specifica dei dipendenti per la gestione dei dati”.
Il New York Times conclude:
“L’ approccio di Descalzi ha avuto successo”, e il quotidiano americano segnala come, secondo Wood Mackenzie, negli ultimi dieci anni, ENI sia diventata “una delle principali compagnie petrolifere internazionali per volumi scoperti. ENI, inoltre, ha i più costi bassi di scoperta (meno di 1 dollaro per barile di petrolio e gas scoperti). Ciò significa che queste scoperte hanno una buona probabilità di essere redditizie anche ai prezzi bassi di oggi”.
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