Cina, Pil cresce ancora a ritmi impensabili per l’Europa e gli Usa
Le manovre del governo cinese e le spese pubbliche sono riuscite a stimolare l’attività economica in Cina e stabilizzare la seconda potenza economica del mondo. Le autorità della Cina hanno confermato oggi che il Pil ha rispettato le aspettative nel terzo trimestre, registrando una crescita del 6,7% annuale.
Sui mercati finanziari, gli investitori non hanno dimostrato voglia di festeggiare, tuttavia, anche perché restano quanto mai attuali le paure di un mercato immobiliare dai valori inflazionati. I rialzi della Borsa sono limitati proprio specialmente da questi timori.
Breaking news
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.