BRUXELLES (WSI) – Si consuma l’ennesimo scontro all’interno dell’Unione europea che vede da una parte l’Italia e dall’altra big europei come Germania e Francia. Terreno di scontro sono stavolta le sanzioni da applicare alla Russia per i bombardamenti in Siria.
Il presidente francese François Hollande, in una conferenza stampa a margine del primo giorno del vertice di capi di Stato e di governo dell’Ue ha affermato che “ci potrebbe essere una risposta adeguata dell’Ue”, se Mosca dovesse continuare ad attaccare i civili ad Aleppo.
Fanno eco alle parole di Hollande quelle della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha aggiunto che l’Unione europea è determinata a fare “tutto il possibile per risolvere la situazione umanitaria, perché non si può accettare questa situazione”.
Anche Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha sottolineato che la condotta del Cremlino è condannabile visto che l’obiettivo delle sue azioni è quello di “indebolire l’Unione europea”.
Parole dure insomma quelle dei leader europei, a cui si contrappongono quelle accomodanti e riconcilianti del premier italiano Matteo Renzi, secondo cui ora non è il caso di imporre sanzioni a Mosca. Secondo il leader italiano il momento non è propizio.
“Non ha senso parlare di punizioni in un momento in cui tutti concordiamo che bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si possa arrivare ad un accordo”.
In realtà è da un po’ di tempo che l’Italia chiede che le sanzioni economiche alla Russia vengano rimosse, andando contro la volontà in primis di Francia e Germania. E questo perché a subire le conseguenze delle sanzioni è il made in Italy.
Renzi così è riuscito a scavalcare tutti e imporre la sua volontà dinanzi ai big europei presenti al summit di Bruxelles. Il premier ha convinto i suoi omologhi a togliere dal testo della dichiarazione del Consiglio europeo la parola “sanzioni”.
Secondo quanto riportato dal Foglio, il testo originario prevedeva nella parte relativa alla relazioni esterne, la seguente dicitura:
“L’UE sta valutando tutte le opzioni, comprese ulteriori misure restrittive nei confronti di persone ed entità che sostengono il regime, qualora continuassero le atrocità in atto”.
Ora invece al posto di “misure restrittive”, ossia le sanzioni economiche, è rimasta solo la frase iniziale: “L’Ue sta valutando tutte le opzioni”.