In islanda il partito dei pirati, una sorta di MoVimento 5 Stelle in versione scandinava, sta per aggiudicarsi le elezioni politiche nazionali. La formazione politica, che fino a quattro anni fa non esisteva nemmeno, teorizza la democrazia diretta come il M5S da noi ed è costituito da anarchici, hacker, guru dell’informatica e sostenitori della corrente filosofico economica del libertarianismo.
Le scelte politiche del partito si prendono tramite sondaggi online e i “Pirati” e i loro elettori sono convinti che anche a livello governativo dovrebbe avvenire lo stesso. La parabola politica del partito ha dell’incredibile: è passato da un gruppo di nicchia radicale a una forza primaria dell’Islanda nel giro di pochi anni.
Persino la sua fondatrice, la poeta, militante politica e programmatrice informatica Birgitta Jónsdóttir, è stupita dal successo riscontrato. “Non avrei mai immaginato” che il partito un giorno avrebbe avuto la possibilità di governare il paese.
In un anno di sorprese politiche, in cui il popolo del Regno Unito ha scelto di uscire dall’Unione Europea e in cui Donald Trump ha vinto le primarie del Partito dei Repubblicani, non ci si dovrebbe stupire più di nulla. Nemmeno della salita al potere del partito della 49enne militante per la libertà di stampa.
Se l’Islanda, prima, e l ‘Italia poi eleggessero un movimento della società civile, si avrebbe la dimostrazione di come gli europei siano pronti a una mini rivoluzione politica contro le élite. Entrambi i movimenti, nati dal basso che credono nella democrazia diretta in rete, difendono valori come la legalità e l’anti politica, nel nome di una ideologia anti-establishment da inseguire a tutti i costi.
Non sarebbe la prima volta che l’Islanda, un paese piccolo con un’economia basata quasi esclusivamente su finanza e turismo e una popolazione pari a neanche quella di Bologna, dà un esempio al mondo intero, come nel caso del trattamento dei manager e banchieri dopo la crisi finanziaria del 2008 di cui sono stati complici e che ha mandato in rovina il paese, salvato da un piano di salvataggio internazionale da 4,6 miliardi di dollari.
“Non siamo qui per andare al potere”, ha dichiarato Àsta Guthrùn Helgadòttir, parlamentare 26enne del partito. “Siamo qui per distribuire il potere”.