Dalla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, Matteo Renzi lancia un chiaro avvertimento all’Unione europea. Ormai è botta e risposta tra l’Italia e la Ue sulla questione legge di bilancio. Ma Renzi non sembra avere intenzione di mollare e anzi minaccia:
“O ci aiutano sui migranti o nel 2017 l’Italia metterà il veto sul bilancio Ue“.
Il premier ricorda:
“Il governo Monti ha deciso la divisione del bilancio in sede Ue, noi diamo 20 miliardi all’Europa e l’Ue ce ne restituisce 12, ma se l’Ungheria o la Slovacchia ci fanno la morale sui migranti e non ci danno una mano e poi vogliono i nostri soldi, nel 2017, quando inizia la discussione sul bilancio, l’Italia sia a fianco del governo che dice ‘non ce n’é assolutamente’. I soldi noi li mettiamo se ci sono gli oneri anche da parte degli altri Paesi”. Il 2017 “è un anno chiave: o entro marzo 2017 blocchiamo il flusso dei migranti o non riusciamo a reggere“.
Renzi si dice inoltre convinto che sia stato “un errore bombardare la Libia”. La mossa, precisa, “non è stata la cosa più intelligente, fu un errore partecipare a quella missione”.
L’alta tensione tra il premier e l’Ue non accenna a smorzarsi. E ora si colora anche del ricatto del premier che, tuttavia, sa benissimo che il giudizio finale di Bruxelles arriverà dopo il referendum costituzionale. Il che significa che un’eventuale totale bocciatura che dovesse arrivare dai piani alti dell’Europa e dunque un’eventuale bomba sganciata proprio sulla testa di Renzi, non si verificheranno prima del prossimo 4 dicembre.
Almeno su una cosa, l’Ue e l’Italia sembrano unite: non sobillare il sentiment anti-Renzi e non dare all’opposizione un’arma per affondare le riforme costituzionali.
Tutto ciò accade in concomitanza con l’arrivo della lettera della Commissione Ue all’Italia. Così annuncia il ministro Pier Carlo Padoan, ribadendo la volontà di Roma di mantenere la legge di bilancio così come è:
La lettera della Commissione Ue “è arrivata, è assolutamente normale per noi e gli altri Paesi che l’hanno ricevuta. Ci chiedono chiarimenti su aspetti centrali delle misure” e in particolare terremoto e migranti. Nel corso della trasmissione Politics, Padoan assicura che la manovra “sarà mantenuta”.
Oltre all’Italia, la missiva è stata inviata ad altri sei Paesi: Belgio, Cipro, Spagna, Portogallo, Finlandia e Lituania.
L’Italia a questo punto è chiamata a rispondere ai chiarimenti chiesti dalla Commissione Ue “entro giovedì” sera 27 ottobre, dunque entro la giornata di domani.
L’iter per la definitiva approvazione o bocciatura della legge di bilancio avrà poi tempi decisamente lenti.
Bruxelles avrà a disposizione un mese per analizzare e valutare la legge di bilancio italiana e di quegli altri paesi a cui ha chiesto chiarimenti. Verso la fine di ottobre potrà decidere di respingere il documento chiedendone una modifica.
A metà novembre emetterà un’opinione, che potrà essere anche negativa ma non irreversibile, e la bocciatura potrebbe arrivare solo a fine anno. Solo a quel punto si aprirebbe la procedura di infrazione sui conti pubblici.
La lettera Ue all’Italia
La lettera inviata a Roma da Bruxelles ha toni inequivocabili di monito. E anche di impazienza, per quella flessibilità che l’Italia sembra continuare a chiedere:
La Commissione chiede “spiegazioni riguardo alla revisione degli obiettivi” di bilancio e sul “divario sostanziale che è emerso, rispetto agli impegni presi la scorsa primavera“,. La Commissione va avanti e fa notare che “un esame preliminare del documento programmatico per il bilancio 2017 suggerisce che il cambiamento programmato nel bilancio strutturale per il 2017, ricalcolato secondo la metodologia comunemente accolta, è negativo e molto al di sotto dello 0,6% del Pil o oltre raccomandato dal Consiglio il 12 luglio scorso”. Si passa infatti da un deficit strutturale al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum pari all’1,2% nel 2016 all’1,6%).
La lettera porta la firma del vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis e del commissario agli affari economici Pierre Moscovici. I due ricordano che l’Italia:
“ha beneficiato di flessibilità significativa sotto le regole del patto di stabilità, sia nel 2015 che nel 2016, e parte di questa flessibilità, cioè sulla base delle clausole per gli investimenti e le riforme strutturali, era stata concessa, soggetta” a una serie di condizioni: usare tali margini per aumentare gli investimenti, progredire con l’agenda di riforme strutturali, “presentare piani credibili per riprendere l’aggiustamento dal 2017”. In merito a tali condizioni, “il governo italiano si è impegnato con la sua lettera del 17 maggio 2016 a riprendere il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine nel 2017, assicurando la compatibilità in linea di massima con le prescrizioni della parte preventiva del patto di stabilità, che era un fattore rilevante chiave nell’ultimo rapporto comunitario sulla violazione ‘a prima vista’ della regola del debito nel 2015″.
La Commissione europea chiede al governo italiano una serie di chiarimenti sulla legge di bilancio entro giovedì 27 “per permetterle di prenderli in considerazione nella sua ulteriore analisi”. L’Italia deve fornire in particolare chiarimenti sulle spese eccezionali, previste dalla legge di bilancio 2017.